Per la prima volta dal 1870 gli occhi dei romani potranno di nuovo, in via eccezionale e solo per questo lungo fine settimana dell’Immacolata, lasciarsi scrutare dal Volto Santo di Gesù. Su iniziativa della Diocesi, infatti, la preziosa “Immagine Edessena”, conosciuta anche con la parola greca Mandylion, torna ad incrementare il già ricco campionario di reliquie disseminate presso chiese e altri luoghi sacri della Città Eterna.
L’antica immagine sacra fa ritorno oggi, sabato 6 dicembre 2014, nel luogo originario della sua esposizione, la basilica di San Silvestro in Capite, dove fu collocata intorno alla fine del XVI secolo dietro la grata dell’altare tridentino. È a una clarissa vissuta in quell’epoca proprio nel convento adiacente la basilica, suor Dionora Chiarucci, che si deve la presenza dal valore inestimabile. Fu lei a donarla e il suo nome si legge due volte ai piedi della cornice, commissionata all’artista Francesco Comi che la realizzò nel 1623.
La vicenda di quest’immagine, di cui si trova menzione nella Storia Ecclesiastica (325) di Eusebio di Cesarea, è intessuta di suggestioni e risale ai tempi di Gesù. È legata alla figura di Abgar V, re di Edessa, nell’attuale zona di confine turco-siriana. Quest’uomo, benché potente nei confronti dei propri sudditi, non riusciva a porre rimedio a una malattia che lo stava gradualmente consumando.
Così, saputo dei miracoli operati da Gesù, inviò a quest’ultimo una lettera con la preghiera di raggiungerlo nel suo palazzo e guarirlo. Si narra che Gesù, pur non andando personalmente dal re, abbia inviato tramite un messaggero un telo di lino nel quale aveva impresso il Suo volto. Ricevuto il dono, secondo la leggenda Abgar sarebbe guarito.
È da un presunto miracolo effettuato da Gesù, dunque, che scaturisce la fama di questa icona, definita “acherotipa”, cioè “non fatta da mano umana”. La sua storia si intrecciò con la storia turbolenta del Medio Oriente e dell’Europa nel corso dei secoli: dopo l’occupazione musulmana di Edessa, sarebbe stata portata a Costantinopoli e da lì, nel 1204, sarebbe stata trasferita in un luogo incerto dell’Occidente dai veneziani.
L’immagine divenne un “tipo iconografico”, e quella collocata storicamente a San Silvestro è una sua riproduzione. Una delle altre due presenti in Italia, l’una a Genova e l’altra a Manoppello, in Abruzzo, potrebbe invece essere l’originale.
La devozione dei romani verso questa reliquia è testimoniata dalla costante presenza di fedeli che si recavano nella basilica di San Silvestro per genuflettersi innanzi a lei. Questo, fino appunto al 1870, quando papa Pio IX ordinò che fosse trasferita nella sua sacrestia in Vaticano per evitare che, dopo la Breccia di Porta Pia, i sabaudi potessero venirne in possesso. Da quel dì, soltanto in due occasioni l’Immagine Edessena è uscita dalle mura leonine: nel 2000 fu portata all’Expo in Germania nel padiglione della Santa Sede e nel 2008 ad una mostra negli Stati Uniti.
Ed ora, grazie anche al contributo di due associazioni, il Volto Santo di Gesù torna per tre giorni nel suo vecchio luogo di conservazione. “Il centro storico, che è il luogo dove si trovano la maggior parte delle tante reliquie di Roma, lo viviamo spesso senza quasi renderci conto della storia di cui è testimone, ignorando così le radici della nostra città e della nostra Chiesa”, riflette a ZENIT mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma.
“Per questo lo sforzo della Diocesi è proprio quello di rendere vivo il centro – aggiunge -, sia tenendolo aperto come luogo di preghiera accessibile a tutti, sia per ritrovare la catechesi che queste reliquie hanno ancora da offrire all’uomo di oggi e alla città”. Le icone, osserva il presule, “non possono diventare oggetto da museo, esse sono piuttosto oggetto di devozione, contemplazione, mistero… Devono aiutarci a comprendere il contenuto religioso nel presente”.
La basilica in questi giorni resterà aperta fino alle 22. Previste una serie di Celebrazioni eucaristiche presiedute dallo stesso mons. Zuppi, da mons. Lorenzo Leuzzi e dal vicereggente della basilica, mons. Filippo Iannone. Lunedì 8, dopo i Vespri delle 18.30, mons. Giuseppe Mani benedirà una copia moderna dell’immagine, dipinta dall’artista Ivan Polverari, la quale verrà posta definitivamente al centro della basilica.
L’Immagine Edessena tornerà invece in Vaticano, lasciando in quanti l’avranno visitata in questi giorni una memoria viva per tutto il periodo d’Avvento. Commenta a proposito mons. Zuppi: “Nel tempo di Natale, in cui contempliamo il mistero della Sua nascita, possiamo così incontrare il Volto di Gesù”.