Con gli occhi della fede

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mt 9,27-31

Lettura

I capitoli 8 e 9 di Matteo raccolgono una sequenza di dieci miracoli compiuti da Gesù in Galilea. Il nono di questi racconti narra di due ciechi che, gridando a gran voce, implorano Gesù di avere pietà di loro. Gesù li interroga sulla loro fede, ed essi, dopo aver riconosciuto la messianicità di Gesù («Figlio di Davide») e la sua divinità («Signore»), confessano apertamente di credere in lui. La guarigione dalla loro cecità è solo la conseguenza di un percorso di fede che li ha portati all’incontro con Gesù. Il miracolo non serve a suscitare la fede, ma in qualche modo la presuppone.

Meditazione

L’evangelista Matteo ci presenta un racconto alquanto inverosimile: due ciechi che inseguono Gesù gridando e che, entrati in casa, gli si avvicinano. Due verbi di movimento caratterizzano l’azione di questi due uomini che, a causa della loro cecità, dovrebbero essere immobili. Forse questa stranezza vuole invitarci a meditare sul vero bisogno di questi due ciechi, che essi stessi esprimono con quell’invocazione che sembra quasi un grido di dolore: «Figlio di Davide, abbi pietà (in greco eléison) di noi!». È l’invocazione che la liturgia ci fa ripetere, al momento dell’atto penitenziale, come richiesta di perdono per i nostri peccati: Kyrie, eléison! Signore, pietà! Ciò di cui i due ciechi hanno maggiormente bisogno non è tanto recuperare la vista, quanto piuttosto sperimentare l’amore misericordioso di Gesù, che li accoglie e li perdona. Il particolare della casa dove Gesù abitava, come luogo in cui avviene la guarigione, indica proprio il carattere di intimità che Gesù riserva a questo incontro. Gesù si fa seguire fino a casa e poi entra, quasi come un invito a farsi raggiungere in un luogo di speciale intimità con lui. I due ciechi non hanno chiesto a Gesù la guarigione, ma il perdono, e Gesù chiede loro: «Credete che io possa fare questo?», cioè rimettere i peccati. La loro risposta suona come professione di fede, che Gesù conferma dicendo «Avvenga per voi secondo la vostra fede». Gesù riconosce la loro fede e, come accade in tanti altri racconti evangelici di miracoli, dichiara che è la loro fede che li ha salvati. La guarigione dalla cecità non è che un segno esteriore di quanto è avvenuto nel cuore di questi due uomini: si aprirono loro gli occhi perché si era aperto il loro cuore e, con la luce della fede, i loro occhi acquistano uno sguardo di fiducia e di speranza.

Preghiera

Fa’, o Signore, che non ci conformiamo alla mentalità del mondo, ma che ci lasciamo trasformare per poter discernere la tua volontà (cfr. Rm 12,2). Apri il nostro cuore all’ascolto della tua Parola. Apri i nostri occhi e vedremo la tua salvezza. Abbi pietà di noi, Signore.

Agire

Andrò in chiesa a fare una visita a Gesù sacramentato e ripeterò più volte davanti al tabernacolo “Kyrie, eléison”, “Signore, pietà”.

Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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