Padre Pedro Barrajón, L.C sarà il nuovo direttore di Sacerdos per i prossimi tre anni. L’Istituto, nato più di 15 anni fa nell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, sostiene i sacerdoti nel loro ruolo di guide spirituali e pastorali, servitori della comunione nel cuore della Chiesa. Attraverso la diversità delle attività formative offerte, l’Istituto contribuisce a rispondere alle esigenze di formazione sacerdotale dei vescovi, delle diocesi e dei loro sacerdoti. Padre Barrajon, professore di Antropologia Teologica, è stato Rettore dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dal 2007 al 2013.
Padre Pedro, ad un anno dalla fine del suo mandato come rettore dell’Ateneo torna come direttore dell’Istituto Sacerdos, come Le è arrivato questo nuovo incarico?
Nella Chiesa si accettano gli incarichi con spirito di servizio e di obbedienza. Le autorità dell’Ateneo mi hanno chiesto di prendere questa responsabilità e io l’accetto con questi atteggiamenti spirituali e anche con la gioia di poter offrire ai sacerdoti alcuni mezzi che siano di aiuto nella loro vita e ministero. Sono da sempre stato molto toccato da ciò che possiamo chiamare “mistero” della vita sacerdotale. San Giovanni Paolo II quando scrisse sulla sua personale vocazione la definì Dono e mistero. Perciò lavorare in un Istituto in cui si favorisce la spiritualità sacerdotale rappresenta per me una grazia e un dono perché mi aiuterà a ravvivare il carisma ricevuto e a riviverlo con più entusiasmo.
Lei ha visto nascere l’Istituto, ha seguito da vicino le sue attività e ha partecipato come formatore in molti dei suoi corsi: qual è lo spirito con il quale è nato Sacerdos?
In effetti, da più di venti anni collaboro ad una delle attività dell’Istituto che è il corso per formatori di seminari. Facevo parte dell’équipe che progettò il programma accademico; in alcuni anni ho anche diretto gli esercizi spirituali che precedono questo corso, e ho partecipato per diversi anni come parte del corpo docente del corso. Partecipare a queste attività è stata per me un’esperienza veramente arricchente, in quanto la vita di ogni sacerdote è piena di questa forte presenza di Cristo che vuole dare se stesso al mondo attraverso l’umanità di uomini che generosamente accolgono il suo invito a seguirlo e a predicare il Vangelo. Toccare da vicino lo spirito di fraternità sacerdotale, conoscere le diverse situazioni pastorali e le grandi sfide che la modernità presenta al sacerdozio è stato per me un’opportunità preziosa per apprezzare di più il loro ministero, soprattutto di coloro che servono come formatori nei seminari.
Lo spirito in cui è nato l’Istituto è stato proprio quello di venire incontro a queste sfide pastorali e formative che le diocesi devono affrontare nelle nostre peculiari sfide culturali. Per cui, è quanto mai importante la adeguata preparazione di formatori che siano in grado di offrire una formazione integrale ai futuri sacerdoti. A volte le vocazioni ci sono ma è problematico trovare formatori che uniscano competenza formativa, profonda vita spirituale e pratica pastorale.
C’è qualche figura religiosa alla quale si è ispirato l’istituto?
Devo dire che quando è nato l’Istituto la figura sacerdotale di Giovanni Paolo II è stata di grande rilevanza e fonte di ispirazione per i responsabili dell’Istituto. Questo grande Papa presentava al mondo un modello di sacerdozio veramente attraente per i giovani. L’essere sacerdote, avendo presente la sua figura sacerdotale, suscitava entusiasmo nei chiamati che vedevano come Dio faceva diventare piena una vita dove si realizzava in verità il dono sincero di sé stesso. Tutto ciò che noi presentavamo ai sacerdoti come ideale lo potevano vedere realizzato in lui. Così è stato anche con gli altri due Papi che gli sono succeduti; ognuno con le peculiari caratteristiche personali. Oltre a queste grandi figure di Papi come modello sacerdotale, è stata sempre presente l’ispirazione di grandi sacerdoti santi, come il patrono dei parroci, San Giovanni Maria Vianney, San Carlo Borromeo, San Giovanni Bosco, San Giovanni d’Avila, San Francesco di Sales e tanti altri che hanno arricchito la Chiesa con la loro santità.
Come è cambiato l’Istituto dalla sua nascita al momento attuale?
L’Istituto ha accolto alcune istanze pastorali che gli venivano presentate dagli stessi sacerdoti e anche da alcune opportunità provvidenziali. Per esempio, un decennio di anni fa, alcuni sacerdoti sentivano di essere sprovveduti di competenze di fronte ad alcuni casi pastorali, dove si confrontavano con persone che dicevano di soffrire particolari attacchi del demonio, come nei casi di possessione o quando chiedevano preghiere di liberazione o esorcismi. Così, in collaborazione con il Centro Veritatis Splendor di Bologna si cominciò ad offrire un corso interdisciplinare su preghiera di liberazione ed esorcismo che è stato molto ben accolto dai sacerdoti. Un’altra opportunità, l’Istituto la colse vedendo il grande bene che i pellegrinaggi in Terra Santa lasciavano nei fedeli e pensò di offrire un corso di rinnovamento sacerdotale proprio nella terra di Gesù, per i sacerdoti… Grazie a Dio, anche questa attività ha dato frutti molto positivi nella vita di numerosi sacerdoti che hanno potuto fare un esperienza spirituale unica nelle loro vite.
Quanto è importante la formazione per un sacerdote?
La formazione nella vita di una persona ha un valore fondamentale. Si dice che Wellington, il generale inglese che vinse la battaglia di Waterloo, arrivando all’accademia militare in Inghilterra disse agli alunni: “Qui si è vinta la battaglia di Waterloo!”. La “battaglia” sacerdotale si vince nel seminario che veniva tradizionalmente chiamato la pupilla degli occhi del vescovo o della diocesi. Una formazione debole in qualsiasi degli aspetti fondamentali della vita sacerdotale, un mancato discernimento riguardo alla propria vocazione, una formazione umana che non consideri sufficientemente la maturità affettiva del candidato, una formazione intellettuale che non prepari le persone a predicare in modo convincente Cristo al mondo, una formazione spirituale dove manchi il profondo spirito di preghiera, mette a serio rischio il futuro ministero del sacerdote. Per cui la Chiesa ha sempre dato una priorità e un interesse particolari alla formazione dei futuri sacerdoti e ha invitato tutta la comunità cristiana a pregare per loro. In questo senso il nostro corso estivo per l’aggiornamento dei formatori nei seminari si rivela di grande importanza ecclesiale, quindi ringraziamo il Signore per i grandi frutti che ha potuto dare nella formazione dei candidati al sacerdozio.
Quali sono le attività principali che realizza?
L’Istituto si presenta come uno strumento per fornire una formazione permanente adeguata al sacerdote e offrire una spiritualità sacerdotale in un ambiente di fraternità e comunione ecclesiale. I corsi dell’Istituto vanno in queste grandi linee strategiche. Abbiamo, oltre al corso estivo per formatori nei seminari che dura tutto un mese ed è preceduto per chi vuole dagli esercizi spirituali, diversi corsi di aggiornamento teologico e pastorale. Il più conosciuto è quello – già accennato – sulla preghiera di liberazione ed esorcismo che normalmente si tiene in primavera. Ci sono anche i corsi di rinnovamento sacerdotale in Terra Santa, uno durante il periodo estivo (luglio) e un altro nel periodo invernale (gennaio). L’Istituto può anche venire incontro a richieste di vescovi, gruppi di sacerdoti, di seminari o altre istituzioni che chiedono corsi di aggiornamento teologico o pastorale.
Quali sfide pensa di dover affrontare durante il suo mandato?
Dobbiamo consolidare tutto ciò che si è fatto nel passato con tanta dedizione e competenza e aprire anche nuove linee di lavoro. Si pensa
di consolidare una rete di contatti che ci aiutino in diversi Paesi all’organizzazione dei corsi e a stimolare la partecipazione dei laici, specialmente quelli che sono sensibili, all’importanza del sacerdote, nella promozione delle attività. Vogliamo anche collaborare con altre istituzioni che abbiano analoghi scopi e pensiamo di aprire anche una collana dedicata alla spiritualità sacerdotale e alla formazione sacerdotale permanente. Saremo molto attenti alle indicazioni che vengono dalla Santa Sede, specialmente da Papa Francesco, sulla tematica propria dell’Istituto e cercheremo anche di offrire ai sacerdoti strumenti pratici di tipo formativo che li aiutino anche nella vita ministeriale e pastorale, favorendo attività formative che, unite alla spiritualità e fraternità sacerdotali, in spirito di grande sintonia ecclesiale e di adorazione, possano aiutare i sacerdoti a vivere in pienezza la loro vocazione.
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L’intervista è stata realizzata per il giornale dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, il cui primo numero uscirà in formato cartaceo durante le prossime settimane.