C’è un dato che dimostra, al di là di una certa pubblicistica, come la famiglia continui a rappresentare una delle maggiori preoccupazioni dei cittadini. Ogni qual volta viene lanciata una campagna a favore di questa preminente istituzione sociale, il numero d’adesioni lievita velocemente, arrivando talvolta persino a sorprendere gli stessi organizzatori.
Si innesta in questo movimento popolare pro-famiglia la petizione Includete la Famiglia!. Lanciata da CitizenGo lo scorso 30 maggio, la campagna ha raccolto ad oggi l’adesione di oltre 29 mila persone, che vogliono così esprimere il proprio disappunto nei confronti delle Nazioni Unite, poiché - come denuncia il comunicato dell’iniziativa pubblicato su CitizenGo - “stanno ignorando il proprio obbligo di difendere la famiglia”.
Obbligo che proviene dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la quale riconosce la famiglia come “il nucleo naturale e fondamentale della società, che ha il diritto di essere protetta dalla società e dallo Stato”. Altri documenti dell'Onu - spiegano gli organizzatori della petizione - “invitano le Nazioni Unite a valutare l'impatto delle proprie politiche sulla famiglia al fine di proteggerla”.
Basterebbero questi due impulsi per indirizzare verso un politica a favore della famiglia il lavoro che l’Onu sta portando avanti in questi giorni attraverso delle importanti deliberazioni che “decideranno gli obiettivi di sviluppo internazionali per le Nazioni Unite e per i 192 Paesi membri nei prossimi 15 anni”. CitizenGo osserva che tra questi obiettivi è escluso “il ruolo essenziale e insostituibile della famiglia”.
La decisione dell’Onu di non occuparsi della famiglia è giunta nonostante “alcuni Paesi come Bielorussia, Qatar e la delegazione della Santa Sede” abbiano invitato recentemente le Nazioni Unite a “stabilire un obiettivo indipendente per proteggere la famiglia”. Ebbene, “ancora una volta - dichiarano con amarezza gli organizzatori della petizione - la richiesta è stata completamente ignorata”.
Dopo le pressioni istituzionali rivelatesi vane, lo scopo di CitizenGo è riuscire a scuotere l’Onu mediante una sollevazione popolare. Da qui nasce l’invito rivolto a tutti i cittadini a firmare la petizione dall’eloquente titolo/esortazione Includete la Famiglia!. Una volta raggiunte le 50 mila firme richieste, il documento sarà inviato al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, al capo dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ai membri del gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite per i nuovi obiettivi e gli ambasciatori dei 192 Stati membri delle Nazioni Unite.
Costoro non potranno ignorare la richiesta che si leva dal popolo di “adempiere all'obbligo internazionale di proteggere la famiglia, includendola nel programma 'Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite' (OSS) a partire dal 2015”.
Gli organizzatori della campagna spiegano che “poiché la famiglia ha un ruolo chiave per ottenere pace, prosperità e sviluppo, proteggerla non è solo un obiettivo indipendente. La famiglia dovrebbe essere integrata in ciascuno degli altri obiettivi delle Nazioni Unite”. Gli ideatori di questa iniziativa non mancano di ambizioni, poiché hanno dichiarato di voler creare la “più grande campagna che l’Onu abbia mai visto”, una dimostrazione concreta del fatto “che la maggior parte delle persone provenienti da tutti i Paesi del mondo vogliono difendere la famiglia”. Prima o poi, sospirano ancora gli organizzatori, all’Onu dovranno pur capire che la rinascita dell’istituto familiare è una risorsa “insostituibile” e che, pertanto, vanno arrestate al più presto “le politiche che minano” tale istituto.
Registrata con il n. 1582, la Fondazione CitizenGo nasce in Spagna da un gruppo di amici e si occupa - come si apprende dal suo sito - “di promuovere una partecipazione cosciente dei cittadini alla politica, di difendere la dignità e i diritti del singolo e della famiglia e di tutelare il valore della vita”.