Jorge Bergoglio – non il Papa ma suo cugino che vive a Córdoba, in Argentina – si è recato a Roma con due dei suoi tre figli e ha potuto salutare Francesco in occasione dell’Udienza Generale di mercoledì 25 giugno.
Il giorno seguente ha partecipato alla messa mattutina alla Casa Santa Marta e ha fatto colazione con il Santo Padre, che ha trovato in “meravigliosa forma”. Non aveva mai immaginato che suo cugino sarebbe potuto diventare papa. “Quando l’ho saputo ho iniziato a correre per il giardino di casa, come se fossi stato in preda alla follia”, ha raccontato a ZENIT.
Sabato scorso, 28 giugno, Jorge è stato ospite di un piccolo ma sentito ricevimento a Santena (Torino), organizzato dal sindaco locale, con relative foto di rito. Di seguito ha avuto luogo una cena dei Bergoglio con i loro parenti che vivono da questa sponda dell’Atlantico, per un totale di circa un centinaio di persone. Il cugino del Pontefice ha affermato che è un onore ma anche una responsabilità per tutti i membri della famiglia, avere un Bergoglio che fa il Papa.
Signor Jorge, cosa sta succedendo a Santena?
Sono stato ricevuto dal Comune per una cerimonia breve ma sentita con il sindaco, ricordando il nostro passato nei rispettivi paesi e scattando foto di rito.
Quanti sono i Bergoglio?
Stasera avremo una cena con un centinaio di persone. Lo scorso settembre, in Argentina abbiamo fatto una festa ed eravamo 390, tuttavia il censimento dei Bergoglio indica che siamo poco più di un migliaio.
Com’è stato l’incontro con suo cugino, il Papa?
Siamo stati prima all’Udienza Generale, in un luogo privilegiato dove avviene il cosiddetto “baciamano”, poi siamo stati alla messa a Santa Marta, con un numero limitato di persone, circa una cinquantina. Dopo la messa abbiamo potuto conversare con lui, portargli dei doni e degli oggetti da parte dei parenti di Córdoba e dopo abbiamo fatto colazione lì a Santa Marta.
Erano un po’ di anni che non vi vedevate: cosa le ha detto Francesco?
Mi ha detto: “mi fa molto piacere, ti vedo in forma”. Poi ci ha chiesto di noi e della nostra famiglia. Era contento, molto contento, abbiamo constatato che ha bisogno anche di un po’ di spiritualità familiare.
Ha mai pensato che avrebbero potuto eleggerlo Papa?
No, è stata una grandissima sorpresa. Quando me l’hanno detto, mi sono messo a correre per il giardino di casa, come se fossi stato colto da un attacco di follia. È anche una sorta di responsabilità per tutta la nostra numerosissima famiglia, un impegno più grande con la vita individuale e pubblica di ognuno di noi.
Quando eravate ragazzi pregavate insieme?
No, io l’ho conosciuto che era già grande, quando venne come superiore dei Gesuiti a Córdoba, poi tutti i cugini abbiamo avuto una riunione familiare con lui, e abbiamo pranzato insieme. Fummo anche da lui in udienza a Buenos Aires, rimanendo costantemente in contatto. È sempre stato molto simpatico e molto profondo.
Come lo ha trovato stavolta?
Meraviglioso, un uomo che irradia felicità, simpatia, spiritualità, semplicemente fantastico.
Ha notato delle differenze con il Bergoglio che conosceva?
Ha vissuto una trasformazione straordinaria. Il suo messaggio non è cambiato, è quello di sempre. Nel frattempo lui stesso si è reso conto di avere un ambito di influenza molto ampio e che può fare molte cose, essendo il leader spirituale più importante del mondo. Due dei miei figli erano qui, emozionati per aver avuto questa opportunità di vederlo.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Luca Marcolivio]