Suscitano orrore le notizie, diffuse recentemente, del tragico destino toccato a popolazioni del Medio Oriente. Si parla di donne abusate e filmate durante le violenze, bambini decapitati, intere famiglie sterminate, uomini crocifissi in piazze pubbliche.
Tragedie consumatesi in modo particolare in Iraq, dove un rapporto della tv locale “al Sumaria” ha denunciato le stragi avvenute in cinque villaggi a circa 25 km a sud di Kirkuk e ha parlato di un vero e proprio genocidio in atto ai danni delle popolazioni sciite e turkmene. Ma la situazione è tragica anche in Siria, dove la proclamazione del Califfato islamico nei territori sotto il controllo dell’Isis è stato salutato con la crocifissione di persone nel centro di Deir Hafer.
Conto quest’ultima violenza si è scagliata la presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) che, in una nota, ha espresso la sua “ferma indignazione” e condanna. “Questi atti – scrivono i vescovi -utilizzano la religione per giustificare atti di giustizia sommaria” e “vanno contro ogni tentativo di pacificare il paese già martoriato da anni di guerra fratricida”.
Per le tragedie in Iraq è tuonata invece la voce di numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani, le quali hanno chiesto all’Onu di aprire un’indagine sui “crimini contro l’umanità” compiuti dalle milizie sunnite nel nord dell’Iraq.
Fra il 12 e il 13 giugno scorsi, infatti, fonti locali riferiscono che gruppi armati hanno preso d’assalto il villaggio di Bashir e quattro villaggi nel distretto di Taza Khurmatu, utilizzando i veicoli dell’esercito sequestrati dopo l’assalto a Mosul. I miliziani hanno quindi fatto strage di donne e bambini, torturati con scariche elettriche e poi assassinati e i loro corpi esposti su croci nel centro del villaggio.
Testimoni del luogo riferiscono, inoltre, che alcuni miliziani – appartenenti all’insurrezione sunnite, ma probabilmente non tutti vicini all’Isis – hanno fatto irruzione in un’abitazione, massacrando un’intera famiglia e decapitato cinque bambini.
Davanti a tali orrori, la popolazione stessa non è riuscita a non reagire ed è insorta. Ora, organizzatasi in milizie, sta lottando contro i militari sunniti che combattono a fianco ai terroristi.
(S.C.)