"È nella famiglia il futuro dell'Europa

Non bastano però le leggi: l’uomo va educato ai valori che la norma persegue

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“Nessuna legge, per quanto rigorosa, può rendere il pigro attivo, il dissipatore previdente o l’ubriaco sobrio”.

Non avranno probabilmente letto i romanzi dello scrittore americano Samuel Smiles la Cancelliera Angela Merkel e quanti, al timone dell’Unione Europea, nei giorni scorsi hanno ipotizzato un allentamento dei vincoli finanziari per favorire la ripresa economica del Vecchio Continente, ma il risultato della loro scelta approda a quelle parole: nessuna norma, per quanto perfetta, può cambiare l’uomo se l’uomo non viene educato ai valori che la norma persegue.

È evidente, allora, che l’Europa potrà risollevarsi davvero se dalla crisi presente ed ormai da anni persistente si deciderà di uscire investendo nel sostegno alla famiglia le nuove risorse di cui l’eventuale allentamento del rigore finanziario consentirà di disporre. Quello che è il nucleo essenziale della vita umana è in continua discussione. E poco consolano i dati giunti dall’Istat che segnalano, con riferimento al 2012, un calo delle separazioni e dei divorzi (rispettivamente dello 0.6% e del 4,6%) in riferimento ai dati dell’anno precedente. Non sono solo il legame coniugale e la sua durata a destare preoccupazione, nonostante le statistiche per una volta in controtendenza. Suscita timore, invece, il fatto che le crisi matrimoniali travolgano sempre le giovani coppie, in particolare i quarantenni, a dimostrazione dell’esistenza di un fenomeno di matrice culturale cui non giova la  precarietà economica che colpisce le fasce    giovani. “La famiglia è disprezzata e maltrattata – ha ricordato a più riprese anche Papa Francesco, invitando tutti – Chiesa, istituzioni e popolo di Dio –  a non cadere nella casistica delle situazioni per aprirsi, invece, a una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore: quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità”.

In nome di questo futuro, è necessario investire sulla famiglia. Nel tempo le proposte si sono susseguite, ma mai nessuna è giunta fino in fondo, fino a trasformarsi in concretezza. Negli ultimi giorni, accanto all’ormai antica idea di introdurre il quoziente familiare, ha preso piede il suggerimento, lanciato dall’Istituto Luigi Sturzo, e già formulato in proposta di legge, di istituire il voucher universal per i servizi alla persona ed alla famiglia, uno strumento che attraverso un sistema di detrazioni fiscali punta a garantire un adeguato sostegno ai servizi di cura dei bambini, agli anziani, ai diversamente abili.

Non certo una ricetta risolutiva, e nemmeno l’unica possibile, ma un piccolo passo avanti nella direzione necessaria: tutelare la famiglia, cuore dell’educazione e, per dirla con Nelson Mandela, “grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra”.

Un compito al quale l’Europa non può sottrarsi, a meno che non voglia condannarsi a non avere futuro.

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Vincenzo Bertolone

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