"Tutti i popoli possano godere dei benefici della scienza"

Il Papa incontra i giovani astronomi partecipanti al Corso estivo della Scuola di Astrofisica della Specola Vaticana, e li incoraggia a condividere le conoscenze acquisite sull’universo con la gente dei propri Paesi

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È un lavoro “arduo e affascinante” studiare l’universo che è “dono prezioso del Creatore”. È il lavoro che svolgono i giovani astronomi partecipanti al Corso estivo organizzato dalla Scuola di Astrofisica della Specola Vaticana, ricevuti stamane dal Papa in Vaticano.

“Galassie vicine e lontane, giovani e vecchie” è il tema dell’incontro della scuola internazionale, che riunisce professori e alunni provenienti da ben 23 Paesi, e vede l’impegno anche di diversi “fratelli gesuiti”. “Durante quasi un mese – ha sottolineato il Papa nell’udienza – voi vi siete dedicati non solo allo studio delle galassie, guidati da professori esperti in questo campo, ma avete anche condiviso le vostre tradizioni culturali e religiose, dando una bella testimonianza di dialogo e di convivenza in armonia”.

Oltre alle “collaborazioni scientifiche” sono i “legami durevoli di amicizia” uno dei frutti più preziosi sbocciati nel corso di queste settimane di studio. “Vedendo i vostri volti, mi sembra di ammirare un mosaico che comprende popoli di ogni parte del mondo”, ha osservato il Santo Padre rincuorato, perché è  “giusto che chiunque, in ogni parte del mondo, possa avere “accesso alla ricerca e alla formazione scientifica”. L’auspicio è quindi “che tutti i popoli possano godere dei benefici della scienza”. Una sfida, questa, “che ci impegna tutti, specialmente gli scienziati”, ha detto Bergoglio.

E ha sottolineato come, in quest’ottica, la Scuola di Astrofisica della Specola Vaticana diventa luogo in cui “i giovani del mondo dialogano, collaborano e si aiutano a vicenda nella ricerca della verità che si concretizza in questo caso nello studio delle galassie”. L’iniziativa estiva, “semplice e concreta”, mostra dunque “come le scienze possano essere uno strumento adatto ed efficace per promuovere la pace e la giustizia”.

Anche per questo – rimarca il Pontefice – “la Chiesa è impegnata nel dialogo con le scienze a partire dalla luce offerta dalla fede, poiché è convinta che la fede può allargare le prospettive della ragione, arricchendola”. E “in questo dialogo con le scienze, la Chiesa si rallegra del mirabile progresso scientifico riconoscendo l’enorme potenziale che Dio ha dato alla mente umana, come una madre si rallegra ed è giustamente orgogliosa quando i suoi figli crescono «in sapienza, età e grazia»”.

Prima di concludere, Papa Francesco ha infine incoraggiato i partecipanti al Corso “a condividere le conoscenze acquisite sull’universo con la gente dei vostri rispettivi Paesi”, dal momento che “solo una piccolissima parte della popolazione mondiale ha accesso a tali conoscenze, che aprono il cuore e la mente ai grandi interrogativi che l’umanità da sempre si pone: Da dove veniamo? Dove andiamo? Che senso ha questo universo di centomila milioni di galassie?…”.

“La ricerca di risposte a queste domande ci predispone all’incontro con il Creatore, Padre buono”, ha concluso il Santo Padre. E rivolgendosi a Lui, “Dio onnipotente e misericordioso, che conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome”, ha invocato la pace e la benedizione su tutti i presenti.

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ZENIT Staff

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