Per il diritto del bambino ad un padre e ad una madre

Il Parlamento del Lussemburgo ha adottato progetti di legge su matrimoni e adozioni per coppie omosessuali. Ma i cittadini non ci stanno, come dimostrano le 4.751 firme in una Petizione

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Il 18 giugno scorso il Parlamento lussemburghese ha adottato progetti di legge sul matrimonio e l’adozione per persone dello stesso sesso. Il voto ha visto favorevoli i liberali, i verdi, i socialisti (coalizione al Governo) e, purtroppo, anche i “cristiano-sociali” di Juncker, salvo un deputatoche ha coraggiosamente votato contro unitamente ai tre deputati ADR (piccolo Partito di destra).

Unico aspetto positivo, secondo il gruppo Défense de l’enfant-Schutz fir d’Kand, è il fatto che il progetto di legge sull’accesso delle coppie omosessuali alle tecniche di procreazione medicalmente assistita non è stato votato, ma rinviato. Per ora non si sa a quando. Il gruppoè nato per tutelare il bambino che, nel progetto di legge n° 6172 e n° 6568 apre al matrimonio, all’adozione e alla PMA anche a persone omosessuali, era il grande assente, il grande dimenticato.

L’associazione chiedeva di abbandonare totalmente il progetto di legge o di aprire un referendum popolare. “Constatando l’assenza di un esame pubblico reale in merito alle conseguenze e ai contenuti di questo progetto di legge, Schutz fir d’Kand – Défense de l’enfant intende suscitare un dibattito democratico”, si legge in un comunicato.

“Schutz fir d’Kand – Défense de l’enfant rigetta e condanna ogni tipo di azione e comportamento omofobico”. La sua azione è per il rispetto per ogni persona, indipendentemente dalle sue opinioni politiche filosofiche religiose o dal suo orientamento sessuale.

L’opposizione al progetto di legge si è concretizzata nella presentazione di una Petizione, la n° 343, per il diritto del bambino ad un padre e ad una madre. Sono state raccolte 4.751 firme, 3.188 online e 1.563 in cartaceo, entro il 14 giugno scorso, raggiungendo così il minimo richiesto per potere essere ascoltati in Parlamento e portare in primo piano “l’interesse superiore del bambino”.

Con questa petizione l’associazione lussemburghese desiderava introdurre nel Parlamento un dibattito che portasse  ad una riflessione concreta e non ideologica. La Petizione, pur avendo raggiunto le firme necessarie, tuttavia non è stata accolta. Nonostante la correttezza formale e sostanziale, non sono state accettate le firme cartacee ma solo quelle online; i motivi ancora non chiari, ma sembra che non sia prevista la possibilità di firmare anche sulla carta.

E’ stata però concessa un’audizione davanti alla Commissione delle Petizioni. Diverse le domande fatte ai deputati in merito al progetto legislativo che pur avendo sollevato interesse e sorpresa tra i membri della Camera, non ha trovato tuttavia una risposta. “Una conferma che i progetti di legge e la procedura sono stati trattati volutamente senza la necessaria riflessione solo in base ad una presa di posizione ideologica!”, dichiara Défense de l’enfant.

Sono state dieci in tutto le questioni proposte ai deputati e tre le domande specifiche: le conseguenze psicologiche per il bambino, la mancanza di riferimento, l’anticostituzionalità del progetto di legge. Tutte riportate dal sito www.schutzfirdkand.lu

Il progetto di legge è stato adottato, ma l’associazione dichiara: “Il nostro gruppo ha deciso di continuare l’azione puntando su diffusione dell’informazione e su formazione nei riguardi di una serie di gruppi/categorie sociali sui temi disciplinati dai progetti di legge già votati e su quello da votare, più un ricorso da definire contro la decisione di natura amministrativa dei servizi della Camera che hanno dichiarato non valide le firme della petizione ‘su carta’”.

“Questa decisione – soggiunge – configura secondo noi una inammissibile discriminazione dei cittadini dividendoli in due categorie con diversi diritti a seconda che abbiano o no accesso alle nuove tecnologie. E’ contro ogni principio democratico costituzionale”.

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Elisabetta Pittino

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