"Il carcere non sia solo una punizione"

Papa Francesco incontra la famiglia del piccolo Cocò, vittima della ‘ndrangheta e i detenuti del penitenziario di Castrovillari

Share this Entry

La prima tappa del viaggio di Papa Francesco a Cassano all’Jonio è stato l’Istituto Penitenziario “Rosetta Sisca” di Castrovillari. Nulla lasciato al caso. Perché come ha detto il Santo Padre in persona, rivolgendosi ai detenuti e agli operatori della casa circondariale “in questo modo vorrei esprimere la vicinanza del Papa e della Chiesa ad ogni uomo e ogni donna che si trova in carcere, in ogni parte del mondo. Gesù ha detto: ‘Ero in carcere e siete venuti a trovarmi’ (Mt 25,36)”.  

Papa Francesco ha incontrato la mamma, il papà e le due nonne di Cocò Campolongo, il bambino di tre anni ucciso a Cassano all’Jonio. Il Santo Padre ha espresso vicinanza alla mamma del bimbo ucciso – era stata proprio lei nelle settimane scorso a chiedere un colloquio con il Pontefice – sperando che episodi del genere non si ripetano più. “Mai più vittime della ‘ndrangheta”, ha detto.

E ha continuato facendo riferimento alla violenza, con la sottolineatura che “non deve mai più succedere una cosa del genere nella società” e ricordando che sta pregando molto per Cocò e per tutti i bambini vittime di questa sofferenza.

Nell’occasione ha incontrato uno per uno i detenuti. “Nelle riflessioni che riguardano i detenuti – ha detto Papa Francesco – si sottolinea spesso il tema del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e l’esigenza di corrispondenti condizioni di espiazione della pena. Questo aspetto della politica penitenziaria è certamente essenziale e l’attenzione in proposito deve rimanere sempre alta. Ma tale prospettiva non è ancora sufficiente”.

Per Bergoglio è infatti essenziale che le istituzioni si impegnino concretamente “in vista di un effettivo reinserimento nella società”; in caso contrario, “la pena degrada a strumento di sola punizione e ritorsione sociale, a sua volta dannoso per l’individuo e per la società”.

E non si può pensare che al reinserimento del detenuto nella società si possa arrivare anche facendo a meno di Dio. Tutt’altro. “In questo cammino – ha detto Papa Francesco – entra anche l’incontro con Dio, la capacità di lasciarci guardare da Dio che ci ama, che è capace di comprenderci e di perdonare i nostri errori. Il Signore è un maestro di reinserimento: ci prende per mano e ci riporta nella comunità sociale. Il Signore sempre perdona, sempre accompagna, sempre comprende; a noi spetta lasciarci comprendere, lasciarci perdonare, lasciarci accompagnare”.

“Auguro a ciascuno di voi – ha auspicato il Santo Padre rivolto ai detenuti dell’istituto penitenziario di Castrovillari – che questo tempo di detenzione non vada perduto, ma possa essere un tempo prezioso, durante il quale chiedere e ottenere da Dio questa grazia. Così facendo contribuirete a rendere migliori prima di tutto voi stessi ma, allo stesso tempo, anche la comunità, perché, nel bene o nel male, le nostre azioni influiscono sugli altri e su tutta la famiglia umana. Un pensiero affettuoso voglio rivolgerlo in questo momento ai vostri familiari; che il Signore vi conceda di riabbracciarli in serenità e in pace. E infine un incoraggiamento a tutti coloro che operano in questa Casa: ai Dirigenti, agli agenti di Polizia carceraria, a tutto il personale”, ha poi concluso.

Share this Entry

Luigi Mariano Guzzo

Luigi Mariano Guzzo, già Consigliere Centrale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI); ha fatto parte della Commissione Formazione alla Politica. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Calabria, è direttore responsabile de Il Ponte, periodico della Comunità parrocchiale “Madonna di Pompei” di Catanzaro. Collabora con Il Quotidiano della Calabria, La Tecnica della Scuola, rassegna quindicinale diinformazione scolastica e Missioni OMI, rivista mensile di attualità missionaria degli Oblati di Maria Immacolata. Scrive inoltre di cultura e di informazione religiosa su vari periodici. Ha all'attivo diversi saggi pubblicati.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione