La Manif Pour Tous Italia ha ritenuto il progetto di legge sulle unioni civili, proposto dal Partito Democratico e appoggiato dal Presidente Renzi, in contrasto con i criteri direttivi presenti nella Costituzione sul rapporto tra il riconoscimento dei “diritti inviolabili dell’uomo (…) nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità” (art. 2), tra i quali rientrano i diritti personali dei componenti un’unione omosessuale, e il riconoscimento degli specifici “diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29).
Il progetto sulle unioni civili in discussione, si legge in un comunicato stampa della Manif Pour Tous, “crea di fatto un matrimonio-bis aperto alle sole coppie di persone dello stesso sesso, a cui si applicherebbe per intero la disciplina matrimoniale riservata alla famiglia dal Codice Civile in ragione della sue specifiche ed impareggiabili caratteristiche antropologiche e sociali”.
Una tale sostanziale equiparazione “non è conforme al richiamato equilibrio tra realtà ed interessi differentemente considerati dalla Costituzione – con buona pace di una scriteriata forma d’ideologia “egualitarista” assai in voga in merito tra le associazioni del movimento gay”, si legge ancora nella nota.
“Se, da una parte, è auspicabile un intervento legislativo che chiarisca ed armonizzi i diritti e i doveri di una persona dipendenti da una situazione di stabile e responsabile convivenza, non ha fondamento giuridico né politico imputare ad una simile formazione sociale la medesima disciplina che regola lo speciale rapporto tra la società e la famiglia, con tutte le conseguenze che ciò comporta anche quanto all’accesso alle risorse economiche pubbliche: agevolazioni e provvidenze che l’art. 31 della Costituzione destina alla famiglia proprio in ragione dell’ineguagliabile contributo al bene comune connesso alla crescita e all’educazione dei figli”.
La Manif Pour Tous definisce infine “gravissima e del tutto irricevibile”, la prevista possibilità per uno dei conviventi di diventare genitore adottivo del minore che sia già figlio dell’altro (“stepchild adoption”).
“Si giustifica questa previsione in termini di tutela del minore, nel caso in cui rimanesse privo del genitore e delle garanzie connesse alla sua potestà. Senza alcun bisogno di confondere le figure genitoriali di un fanciullo, tuttavia, la legge già prevede specifici istituti destinati allo svolgimento dei compiti dei genitori in caso di loro impossibilità o incapacità, come quello del tutore legale”.
“La stepchild adoption – prosegue il comunicato – è, invero, il tipico primo passo verso l’incondizionata possibilità per coppie dello stesso sesso di adottare e di accedere alle tecniche di fecondazione artificiale e medicalmente assistita: scenario che farebbe saltare anche nella società italiana quell’ordine naturale di filiazione per interessi meramente egoistici”.
La Manif Pour Tous Italia ha annunciato, quindi, “un impegno attivo, anche mediante il coinvolgimento della società civile, a favore di una considerazione del fenomeno in tema più equilibrata e conforme alla Costituzione”, e ha invitato “chiunque creda che la famiglia non abbia uguali a profondere nella stessa direzione ogni sforzo fisico e morale”.