Lettura
Gesù supera decisamente la “legge del taglione”, che troviamo formulata in Es 21,24 e in Lv 24,19-20 e che rappresenta già un grande passo avanti per frenare l’istinto della vendetta inarrestabile. È questo un altro passaggio del discorso della montagna che ci aiuta a capire cosa intende Gesù per Giustizia superiore a quella di scribi e farisei e per pieno compimento della Legge.
Meditazione
Fin dai tempi di Caino e di Lamech si tende a moltiplicare la rappresaglia. Mentre nel caso di Caino (Gen 4,15) la minaccia di una vendetta sette volte tanto tende a frenare la violenza e a non aggiungere altre morti, dopo quella di Abele, fosse pure quella dell’assassino, nel caso di Lamech (Gen 4,23-24) la sua minaccia capovolge la prospettiva e moltiplica la vendetta a dismisura. Gesù chiede di superare ogni forma di vendetta. Questo insegnamento a non opporsi alla violenza con la violenza tocca due ambiti sensibili della nostra vita: quello dell’integrità della vita fisica e quello dei beni materiali: il quinto e il settimo comandamento. Per quanto riguarda i beni materiali, il settimo comandamento vieta di rubare, ma Gesù capovolge le posizioni e invita a dare spontaneamente, prevenendo in qualche modo la tentazione di rubare o comunque di impossessarsi di beni altrui, per esempio mediante una causa in tribunale. Per quanto riguarda la difesa della propria integrità fisica le parole di Gesù indicano non solo l’astensione da ogni vendetta, ma una via di non violenza che sembra paradossale ma che, a ben pensarci, è l’espressione di una forza superiore alla violenza ricevuta. È la forza che cogliamo per esempio in Gesù schiaffeggiato nella casa del Sommo Sacerdote: «se ho parlato male dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Poco prima, nel Getsemani, aveva fermato i discepoli dal reagire violentemente e aveva guarito il servo ferito da Pietro. La forza della non violenza non è disprezzo della vita fisica: Gesù stesso ha evitato di essere catturato e ucciso finché ciò gli è stato possibile, e il diritto alla legittima difesa non è mai stato negato, per sé o per il più debole che non può difendersi, senza impedire la rinuncia anche a questo diritto, per se stessi.
Preghiera
Donaci, o Signore, di essere operatori di pace, di non illuderci di costruire la pace alimentando la violenza. Donaci di essere forti di fronte a tutte le ingiustizie e di non confondere la forza con la violenza. Donaci soprattutto di scoprire la forza che nasce in noi dall’aver saputo condividere spontaneamente le nostre cose e la nostra vita.
Agire
«E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due»: provo a regalare un po’ di tempo in più, oltre a quello che devo per obbligo verso qualcuno.
Meditazione del giorno a cura di monsignorArrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it