Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 15 giugno del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.
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Un uomo era molto stanco delle sofferenze e delle pene che gli riservava la vita.
Un bel giorno se ne lamentò con il Signore, che lo ascoltò pazientemente, e alla fine gli disse: “D’accordo! Domattina all’alba trovati nella piazza della chiesa. Là ogni anno c’è il mercato delle croci. Ce ne sono tante, di tutte le misure. Così potrai sceglierti quella che ti va meglio, perché – lo sai – ogni uomo deve portare la propria croce. Potrai lasciare giù la tua, che ti è così pesante e scomoda, per scegliere quella che ti va meglio…”.
L’uomo, per paura di essere preceduto da altri, non dormì tutta la notte, e mentre era ancora buio giunse nella piazza della chiesa.
Non c’era nessuno, e si vedeva poco. Appoggiò in un angolo la propria croce. Poi, andando avanti, intravide una grande raccolta di croci, piccole, grandi, sottili, grosse, alte, basse. Ce n’era per tutti i gusti, anche i più difficili.
Tutto contento, l’uomo si mise pazientemente a cercare la croce più adatta a lui. Ma la faccenda non si rivelò affatto semplice: una croce era piccola, ma troppo ruvida; un’altra era leggera, ma scivolava, e si portava male; alcune croci erano maneggevoli, ma troppo pesanti; altre, magari leggere, erano nodose, o grandissime.
Cercò a lungo, provando e riprovando un’infinità di croci.
Quando ormai disperava di trovare quella adatta, ne vide in un canto una che poteva proprio andar bene. La provò, ed era quella giusta per lui, non molto pesante, levigata, abbastanza piccola.
La prese e se ne uscì dalla piazza, tutto felice.
Intanto s’era fatto giorno. E così, alle prime luci del sole, l’uomo si accorse: aveva ripreso la sua croce di prima.
Bisogna portare con coraggio la propria croce, sapendo che il dolore è la pietra di paragone dell’amore. Forse un giorno vedremo quanto ci sono state utili le persone che ci hanno fatto soffrire.
+ Enrico dal Covolo