"Educare ad essere": un contributo all'emergenza educativa di oggi

Lo psicologo Gino Soldera e il suo progetto mirato ad aiutare i genitori ad educare i figli, “esseri straordinari dotati di infinite potenzialità”

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Il professor Gino Soldera è uno psicologo di frontiera, presidente dell’ANPEP (Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale) e da oltre trent’anni si occupa di bambini e della loro educazione. Attualmente sta tenendo una serie di incontri  di formazione per la Pastorale della famiglia della Vallata, presso la Casa della dottrina di Cison di Valmarino, in collaborazione con il Movimento per la Vita “Dario Casadei” di Conegliano.

Professore, qual è lo scopo di questo nuovo metodo educativo denominato “Educare ad essere”?

Soldera: Lo scopo è aiutare i genitori ad avvicinarsi maggiormente ai figli, per conoscerli realmente, permettere loro di crescere e diventare se stessi. Questo nella coerenza, così da imparare ad utilizzare le grandi potenzialità che la vita ha messo loro a disposizione e che, se non valorizzate, rischiano di rimanere per sempre nascoste e inutilizzate.

Cosa significa questo sul piano della pratica educativa?

Soldera: Quasi tutti i metodi educativi proposti fino ad ora non sono in grado intercettare le profonde esigenze educative del bambino.
Fanno eccezione quelli tradizionali di Emiliani, Don Bosco, Pestalozzi, Montessori e Steiner, o moderni come quello della Universal Education.
Non a caso si parla di emergenza educativa senza con questo essere in grado di arginarla.

Perché avviene questo? C’è qualcosa che non va nella società?

Soldera: Come afferma Pietropolli Charmet la famiglia sta diventando sempre più un luogo di affetti superficiali, carente di legami intimi profondi, un luogo orientato alla soddisfazione dei bisogni personali e poco alla  trasmissione di valori. Si assiste ad un indebolimento della figura del padre e della madre a danno del loro ruolo guida e di accompagnamento nell’educazione dei figli.

A cosa pensa sia dovuto tutto questo?

Soldera: È sicuramente dovuto a molteplici fattori sociali e culturali. Quello che mi preme sottolineare qui, è che oggi più di ieri si scambia e si confonde la mission dell’istruzione, che significa letteralmente “mettere dentro”,  con quella dell’educazione, “tirar fuori”. Più in generale, potremmo dire che si svolge un’azione educativa ogni volta che si favorisce il desiderio d’amore verso la vita, e questo in qualsiasi essere umano, sia esso bambino, adulto o anziano.

Infatti a scuola gli insegnanti lamentano proprio questo…

Soldera: Ed hanno ragione. In quanto l’educazione ha come principale riferimento la famiglia e i genitori, e solo secondariamente la scuola e gli insegnanti. Non dimentichiamo che i genitori sono quelli che Bruce Lipton chiama “i veri ingegneri genetici”. Essi, con la loro azione curativa ed educativa, concorrono alla  formazione prima del temperamento e poi del carattere e della personalità del figlio, l’uomo di domani.

Come ritiene vadano aiutati i genitori per fare bene il loro mestiere?

Soldera: Devono essere aiutati a diventare più consapevoli di se stessi, dei loro figli e delle loro straordinarie doti e capacità.
La biologia molecolare e le neuroscienze hanno messo in evidenza che il bambino inizia ad avere le sue prime relazioni con il corpo della madre fin dal concepimento. Successivamente è in grado di entrare in relazione e di comunicare con il fratello gemello, con la madre e con il padre e di reagire all’ambiente esterno. Il tutto mentre guida il suo cammino di auto-generazione e di auto-evoluzione.

Ma è straordinario!

Soldera: Questo non è tutto. Sappiamo che il bambino fin dal concepimento è dotato una propria identità psico-genetica.

Mi spieghi meglio: perché dice psico-genetica e non solo genetica, come afferma generalmente la biologia?

Soldera: Perché l’essere umano fin dal concepimento ha in sé la psiche, chiamata tradizionalmente anima, senza la quale non potrebbe vivere. La psiche rende il bambino presente e consapevole a se stesso e al suo ambiente senza esserne cosciente: la coscienza è uno stato che svilupperà solo più tardi. Perché, come afferma Solms, nei bambini sono operativi soprattutto i processi primari inconsci del sentire interiore, e non tanto i processi secondari della percezione sensoriale cosciente. Una realtà questa, di cui i genitori raramente si rendono conto, come del fatto che il figlio sia portatore, fin dal concepimento, di un proprio progetto di vita: aspetto ancora sconosciuto sia dalla pedagogia che dalla psicologia.

Cosa intende per progetto di vita?

Soldera: Il progetto di vita rappresenta il motivo per il quale esistiamo in questo mondo e ci aiuta, una volta conosciuto, a dare un senso alla nostra esistenza. Sul piano educativo i genitori sono chiamati ad accettare da subito il figlio per quello che è e non per quello che vorrebbero, sono chiamati ad affinare la loro sensibilità e ad entrare in relazione con lui, per conoscere il suo progetto e per favorirne la realizzazione. Potremmo dire che questo è il compito principale di ogni vera forma di educazione. Se questo avvenisse si eviterebbero molti malintesi e inutili sofferenze, date dalle aspettative inadeguate dei genitori verso i figli, come purtroppo la vita ci ha spesso mostrato.

Per concludere: ha qualche suggerimento da dare ai genitori?

Soldera: Non considerate i vostri figli come dei “prodotti”, ma come degli esseri straordinari dotati di infinite potenzialità. Amate i vostri figli come i vostri tesori più preziosi. Imparate ad accogliere i loro messaggi e insegnamenti. Cercate di essere felici voi e lo saranno anche loro, che cercano solo la vostra felicità. Essi non vi deluderanno mai, anzi, saranno capaci di riempirvi, quanto meno ve lo aspettate, di grandi gioie e di grandi soddisfazioni.

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Ilaria Cadorin

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