La Congregazione per le Chiese Orientali segue con viva preoccupazione l’aggravarsi della già delicata situazione in Iraq. Da martedì pomeriggio, Mosul, la seconda città dell’Iraq, è assalita da gruppi di jihadisti. Oltre la metà della popolazione, tra cui il vescovo Nona e alcuni sacerdoti, sono fuggiti nelle zone limitrofe e la popolazione vive nel terrore e nel rischiio di finire preso le scorte di cibo e acqua.
Il cardinale Leonardo Sandri, a nome del Dicastero, ha quindi diffuso un comunicato in cui esprime particolare vicinanza a Sua Beatitudine Luis Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, che”ha sostenuto in ogni modo il dialogo e la riconciliazione nazionale”. Vicinanza anche agli arcivescovi Caldeo e Siro-Cattolico di Mossul, mons. Nona e mons. Moshe, i quali “in queste tragiche ore – osserva Sandri – sono al fianco della popolazione, cristiana e musulmana, costretta a fuggire dalle proprie abitazioni e dalla propria città, in cerca di sopravvivenza”.
“Nella terra di Abramo, – prosegue il porporato – il quale si mise in cammino seguendo la promessa di Dio, si assiste all’ennesimo esodo di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini, che vedono cancellata in un colpo proprio la promessa di stabilità e di vita”.
Una nota del Dicastero per le Chiese Orientali riferisce poi che, in una telefonata odierna, il cardinale Sandri ha potuto manifestare “personalmente” a mons. Nona la vicinanza della Congregazione e della Santa Sede “con ogni possibile disponibilità”. L’Arcivescovo ha assicurato che “le chiese e le scuole e i luoghi cattolici sono aperti a tutti i rifugiati, in spirito di collaborazione tra gli aderenti alle varie religioni”. E “a nome dei confratelli e dei fedeli, ha evocato il sostegno e la paternità di Papa Francesco e la sollecita e solidale preghiera della Chiesa Universale, che invoca il germogliare di nuovi semi di giustizia”.
“La profetica preghiera per la pace che nella domenica di Pentecoste ha raccolto intorno al Santo Padre e al Patriarca Bartolomeo i Capi di due popoli in conflitto apra un orizzonte di sicura pace anche in Iraq e in Siria, come in tutto il Medio Oriente”, conclude il comunicato.