Lettura
Questa pagina del discorso della montagna ci presenta il sesto comandamento letto e interpretato da Gesù, nella prospettiva enunciata all’inizio del discorso: dare pieno compimento alla Legge per vivere una “giustizia”, nel senso di un rapporto con Dio e col prossimo veramente giusto, superiore a quella di scribi e farisei.
Meditazione
Gesù parte dall’enunciazione letterale e tradizionale del sesto comandamento per aiutarci a cogliere la ricchezza e la profondità che esso contiene. In realtà il sesto comandamento è da sempre un nervo scoperto dell’etica: si intrecciano tabù, ipocrisie, pratiche umilianti e schiavizzanti, tentativi di regolamentazione che si illudono di trattare l’ambito affettivo-sessuale della vita come qualsiasi altro ambito. Questa e altre pagine del Vangelo ci invitano ad una sincerità spietata, anzitutto con noi stessi, per metterci di fronte alle radici interiori della trasgressione: sguardi e desideri che covano nel cuore non sono meno gravi dell’adulterio stesso, ne condividono la malizia, o forse ne contengono ancora di più perché preparano di fatto l’atto esterno, appena possibile. Per non vivere nell’ipocrisia è necessario imparare a compiere tagli anche dolorosi, come privarsi dell’occhio destro (in genere quello con cui si prende la mira per centrare l’obiettivo con la freccia) o della mano destra (in genere quella più utilizzata), due begli esempi per descrivere tutti i tagli necessari per lasciare libera l’altra persona e per mantenersi liberi dalla voglia di possederla. Queste parole del Signore ci aiutano a capire il senso di termini oggi poco usati e poco compresi, come castità e purezza, che significano essere purificati da egoismo e violenza, che rimangono tali anche quando sono camuffati di tenerezza e di gesti d’amore. Completano questo insegnamento le parole dedicate al ripudio: colpiscono anzitutto la mentalità che considera la donna come un oggetto. L’interpretazione dell’inciso dell’ultimo versetto – «eccetto il caso di unione illegittima» – non è semplice, ma in ogni caso traccia un confine preciso tra unione matrimoniale e altre situazioni.
Preghiera
Signore, insegnaci ad amare. Tu sei l’Amore, dono totale e gratuito per ciascuno di noi. Il tuo amore per noi ha incontrato la croce: insegnaci a non averne paura. Aiutaci ad essere limpidi come sant’Antonio, come il giglio che tiene in mano, per accogliere senza vergognarci l’amore di Dio divenuto bambino per noi.
Agire
Essere più libero da immagini e fantasie, per amare senza riserve coloro che il Signore mi ha affidato.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it