Per san Francesco non c’era situazione della vita – morte compresa – non c’era creatura per quanto insignificante e sconosciuta, non c’era uomo, per quanto abbietto e reprobo, non c’era erba del prato – fiore o erbaccia – a cui lui non cantasse e per cui non lodasse il creatore.
Ogni cosa è importante prima di tutto perché l’ha creata Dio stesso e poi per le capacità insostituibili e la finalità particolare che Lui le ha affidato.
Un insegnante di prima elementare, per spiegare meglio questo pensiero, abbozzò qualche esempio: L’aquila è importante per…il volo. La mucca per… il latte. Il frumento per… il pane. La formica per… la laboriosità. L’uomo per… la sopravvivenza dell’umanità. E così via enumerando tutte le creature.
E la gallina? – domandò Reno, il più piccolo della classe.
Perché me lo domandi ?– ribatte il professore.
Perché ho sentito dire che è l’animale più stupido, più insignificante.
Devo dirti, Reno, che anche la stupida gallina è importante, irripetibile e insostituibile per… l’uovo. Neppure gli animali più “astuti” – il cavallo e il cane compresi – possono in questo competere con lei.
Neppure l’uomo con tutta la sua genialità e intelligenza può sostituirsi alla stupida gallina a cui Dio ha dato la sorprendente capacità di produrre un “frutto” così perfetto e ricco di vita.
Dio, all’atto della creazione, ad ogni cosa, ad ogni creatura ha dato un nome diverso, uno scopo particolare, un orientamento specifico. Ed è proprio per questo che l’uomo è invitato a rispettare, onorare ed esaltare ogni creatura con la quale ha l’avventura di convivere.
Ciao da p. Andrea
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