I Mondiali, un'occasione per promuovere la pace, ma quante "attese frustrate"

Il card. Scherer, arcivescovo di San Paolo, prevede nuove manifestazioni di protesta e spiega l’impegno della Chiesa contro la tratta delle persone e lo sfruttamento sessuale

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A proposito del popolo brasiliano, parla di una diffusa “insoddisfazione per le tante attese frustrate”, il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, la città brasiliana dove questa sera, alle 22.00 ora italiana, cominceranno i Mondiali di calcio.

“Le attese erano enormi – spiega il porporato all’agenzia Misna -. Ci avevano detto che il Mondiale avrebbe lasciato un’eredità che sarebbe rimasta. È vero, gli stadi sono stati costruiti, come anche alcune infrastrutture. Ma si vede poco. E poco è stato investito nelle politiche sociali. La gente non andrà tutti i giorni allo stadio. Tutti i giorni andrà invece a scuola, dovrà viaggiare, chiedere assistenza negli ospedali”.

Il cardinale prevede che “ci saranno manifestazioni di protesta” anche nel corso del torneo, per via della “insoddisfazione per le tante attese frustrate”. “Come vescovi siamo preoccupati. Abbiamo chiesto al governo di rispettare il diritto di manifestare”, prosegue card. Scherer.</p>

L’impegno delle diocesi del Brasile è rivolto all’accoglienza. “Accoglieremo i tifosi nelle nostre chiese e nelle nostre comunità”, spiega il cardinale. I religiosi si impegneranno inoltre contro la tratta delle persone e lo sfruttamento sessuale. “In tutte e dodici le città che ospiteranno il torneo – dice l’arcivescovo di San Paolo – sono stati allestiti luoghi dove si vigilerà su questi fenomeni, denunciando ma anche dando accoglienza a chi ne ha bisogno”.

Per il card. Scherer i Mondiali “sono un grande momento per promuovere la pace”. Per questo “come Chiesa ci impegneremo ancora di più contro qualsiasi forma di discriminazione razziale. Saremo attenti alla promozione della persone. Viviamo questo momento non solo come festa ma anche come occasione d’impegno”.

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ZENIT Staff

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