Corea del Sud: i parenti delle vittime del traghetto affondato a Sewol vogliono incontrare il Papa

Il cardinale Yeom Soo-jung assicura il suo impegno per realizzare l’incontro. Intanto si riapre l’inchiesta per far luce sulla tragedia

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Grande attesa per il viaggio di Francesco in Corea del Sud, in programma il prossimo 14 agosto. In particolare, il cardinale Yeom Soo-jung, arcivescovo di Seoul, durante un incontro diocesano con le famiglie, ha espresso sentitamente il proprio desiderio perché il Papa incontri, durante il suo viaggio, le famiglie dei ragazzi rimasti vittime nel disastro del traghetto Sewol.

“Farò in modo che il Santo Padre vi incontri e vi consoli”, ha detto il porporato rivolgendosi alle famiglie delle vittime, sconvolte dal dolore e assetate di verità. Tanto da chiedere all’arcivescovo, durante l’incontro, di partecipare attivamente agli sforzi nazionali per scoprire cosa si nasconde dietro l’incidente dello scorso 16 aprile.

Dopo due mesi, infatti, ancora non risulta chiara la dinamica della tragedia. Al momento dell’affondamento, avvenuto a largo delle coste meridionali del paese, sull’imbarcazione erano presenti circa 450 passeggeri; tra questi, 325 studenti delle scuole superiori di Ansan, a sud della Corea, in gita scolastica diretti all’isola di Jeju, meta turistica molto popolare. 

In base ai racconti dei primi testimoni, un fortissimo boato ha preceduto il lento annegamento della nave, inclinata su un lato. Dettagli, questi, che hanno rilanciato le speculazioni su un impatto con una roccia sott’acqua o una collisione con un’altra nave. 

“I politici litigano su una tragedia che ha creato più di 300 vittime”, ha dichiarato Kim Byeong-gwon, capo di un’organizzazione che rappresenta le famiglie delle vittime, “nulla è cambiato in questo paese dal giorno dell’incidente del traghetto”. 

Il 3 giugno, è stata aperta inoltre un’inchiesta parlamentare dalle diverse parti politiche, e ieri è iniziato il processo per far luce su questo dramma che ha colpito il popolo coreano. Fino ad oggi l’inchiesta ha rivelato che il Sewol trasportava un carico due volte superiore al limite raccomandato ed era instabile perché erano state aggiunte illegalmente cabine supplementari. 

Al momento dell’incidente, il Papa aveva espresso il proprio cordoglio ai parenti delle vittime lanciando anche un tweet dal suo account @pontifex il 19 aprile: “Vi invito a unirvi alla mia preghiera per le vittime del tragico naufragio in Corea e per i loro familiari”.

[Fonte: Il Sismografo

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione