La domanda alla quale risponde questa settimana padre Edward McNamara nella sua consueta rubrica di liturgia proviene da un nostro lettore francese.

Durante la Messa, al momento della Consacrazione, i diaconi (permanenti o no) si inginocchiano davanti all'altare, proprio come si inginocchia l’assemblea dei fedeli? -- C.B. , Nouan- le-Fuzelier (Francia)

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La Chiesa attribuisce una certa importanza alla questione della postura del corpo durante la liturgia. L’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGRM) dice infatti al n° 42 :

“42. I gesti e l’atteggiamento del corpo sia del sacerdote, del diacono e dei ministri, sia del popolo devono tendere a far sì che tutta la celebrazione risplenda per decoro e per nobile semplicità, che si colga il vero e pieno significato delle sue diverse parti e si favorisca la partecipazione di tutti. Si dovrà prestare attenzione affinché le norme stabilite da questa Introduzione generale e dalla prassi secolare del Rito romano, contribuiscano al bene spirituale comune del popolo di Dio, più che al gusto personale o all’arbitrio”.

Le norme specifiche per i diaconi si trovano nello stesso documento raggruppate in particolare nella sezione intitolata Messa con il diacono (n° 171-186).

Per quanto riguarda la postura del diacono durante la Preghiera eucaristica l’OGRM afferma ai n° 179-180:

“179.Durante la Preghiera eucaristica, il diacono sta accanto al sacerdote, ma un po’ indietro, per attendere, quando occorre, al calice e al Messale.

“Quindi dall’epiclesi fino all’ostensione del calice il diacono abitualmente sta in ginocchio. Se sono presenti più diaconi, uno di essi, al momento della consacrazione, può mettere l’incenso nel turibolo e incensare durante l’ostensione dell’ostia e del calice.

“180.Alla dossologia finale della Preghiera eucaristica, stando accanto al sacerdote, tiene sollevato il calice, mentre il sacerdote eleva la patena con l’ostia, finché il popolo non abbia acclamato l’Amen”.

Da questo emerge quindi che il diacono deve inginocchiarsi durante la consacrazione.

Cioè in questo momento della liturgia solo il sacerdote o i sacerdoti che offrono il sacrificio rimangono in piedi. Questo, del resto, lo suggerisce implicitamente il n° 93 dell’OGMR:

“93. Anche il presbitero, che nella Chiesa ha il potere di offrire il sacrificio nella persona di Cristo in virtù della sacra potestà dell’Ordine, presiede il popolo fedele radunato in quel luogo e in quel momento, ne dirige la preghiera, annuncia ad esso il messaggio della salvezza, lo associa a sé nell’offerta del sacrificio a Dio Padre per Cristo nello Spirito Santo, distribuisce ai fratelli il pane della vita eterna e lo condivide con loro. Pertanto, quando celebra l’Eucaristia, deve servire Dio e il popolo con dignità e umiltà, e, nel modo di comportarsi e di pronunziare le parole divine, deve far percepire ai fedeli la presenza viva di Cristo”.

Infatti, la norma di inginocchiarsi durante la consacrazione vale anche per un vescovo o altri sacerdoti che partecipano alla Messa ma non concelebrano.

Tuttavia, questo non significa che il diacono assume sempre la stessa posizione dei fedeli. Ad esempio, in alcuni Paesi la norma dell’inginocchiarsi è diversa, come spiega al n° 43 sempre l’OGMR:

“Spetta però alle Conferenze Episcopali adattare i gesti e gli atteggiamenti del corpo, descritti nel Rito della Messa, alla cultura e alle ragionevoli tradizioni dei vari popoli secondo le norme del diritto. Nondimeno si faccia in modo che tali adattamenti corrispondano al senso e al carattere di ciascuna parte della celebrazione. Dove vi è la consuetudine che il popolo rimanga in ginocchio dall’acclamazione del Santo fino alla conclusione della Preghiera eucaristica e prima della Comunione, quando il sacerdote dice Ecco l’Agnello di Dio, tale uso può essere lodevolmente conservato”.

In questi casi, il diacono che assiste il celebrante non segue la pratica dei fedeli e si inginocchia solo nel momento indicato dall’OGMR nel n° 179. Se fosse diversamente, non sarebbe in grado di svolgere alcuni dei compiti propri del diacono, tra i quali aiutare il sacerdote con il libro del Messale ed essere pronto a sollevare il calice al momento della dossologia finale.

Infine, se è necessario togliere la palla (o detta anche animetta) dal calice, allora il diacono deve farlo un attimo prima della consacrazione e prima di inginocchiarsi.

[Traduzione dall'inglese a cura di Paul De Maeyer]

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.