Una conferenza stampa indetta per valorizzare e sottolineare lo spirito di ospitalità e cordialità offerto dalla terra che ha dato i natali a Don Bosco: questo è stato l’intento dell’incontro che martedì 3 giugno si è svolto nei locali dell’Istituto salesiano del Colle Don Bosco.
Un’occasione per degustare, in uno spirito di convivialità e di ottimismo, i prodotti e i vini di queste valli, in attesa del bicentenario della nascita e del battesimo del Santo. Un’iniziativa che è nata, non solo da autorità ecclesiastiche, ma soprattutto dai consorzi locali, che si sono riuniti per offrire un’accoglienza di qualità ai pellegrini che visiteranno la Regione Piemonte nei prossimi mesi.
“Don Bosco è un santo conosciuto mondialmente, ma ha avuto valori e radici proprie della sua terra nativa, che lo hanno caratterizzato tutta la vita”, ha introdotto don Egidio Deiana, direttore della Basilica di Castelnuovo Don Bosco, ricordando le lunghe passeggiate autunnali del santo con i suoi ragazzi.
“Un’allegria contagiosa, che ha coinvolto profondamente tutta la popolazione del territorio e che, allora come ora, ha contribuito ad espandere il carisma salesiano nel mondo. Vogliamo diffondere questo ottimismo, con la professionalità di oggi, facendo conoscere ai pellegrini e ai turisti questi luoghi, in occasione, anche dell’ostensione della Sacra Sindone”, ha concluso il sacerdote.
Presenti anche autorità istituzionali tra le quali Giorgio Musso, sindaco di Castelnuovo Don Bosco, il quale ha ribadito quanto Giovannino incarnasse la concretezza e l’umiltà del fare quotidiano. Ha richiamato l’attenzione su tre percorsi dello spirito, che possono stimolare i turisti alla visita di queste colline.
Il primo è il percorso legato al territorio, cioè la natura con le sue bellezze e i suoi sentieri, il secondo quello dell’arte con oltre cinquanta chiese romaniche, i borghi, le cascine, le cantine e per ultimo quello dello spirito e del gusto, dal buon vino alla gastronomia. In questi cammini si può ritrovare se stessi unendo la serenità dell’anima con la soddisfazione di un buon pranzo tra amici, alla ricerca di emozioni e del quieto vivere.
Come Don Bosco – ha proseguito Elena Di Bella, funzionaria della Provincia di Torino e promotrice dell’iniziativa Il Cammino di Don Bosco – ha avvicinato i ragazzi privi di alcuna stima per se stessi, così tra le Sue valli, i giovani possono riscoprire il vero contatto con la natura e avvicinarsi a realtà manuali, quali l’agricoltura e l’allevamento, ancora oggi in grado di produrre reddito.
Ha concluso il dibattito Maurizio Baradello, portavoce per l’Ostensione della Sacra Sindone che, dal 1978 si occupa delle ostensioni. Egli ha ribadito come tale evento sia un’occasione per avvicinare le persone al messaggio del sacro telo.
Nutrire il pianeta, energia per la vita è il motto di Expo 2015 coincidente con l’evento salesiano, ha ricordato il moderatore Marco Graziano, giornalista televisivo e regista. Con lo stesso spirito Don Bosco ha esportato nel mondo la cultura del lavoro per produrre cibo, portando così alla realizzazione del suo pensiero: “Miei cari, io vi amo di tutto cuore e basta che voi siate giovani perché io vi ami assai”.