"Basta con il disprezzo per gli zingari: senza integrazione, diventano vittime di schiavitù"

Il Papa riceve i partecipanti all’incontro “La Chiesa e gli Zingari”, promosso dal Dicastero per i Migranti, ed esorta ad un maggiore impegno a favore di una realtà troppo spesso emarginata

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Nella società di oggi dire “zingaro” equivale a dire ladro, assassino, accattone e criminale. Ma non sempre è così. E comunque, come ogni persona umana, anche lo zingaro merita di veder rispettata la sua dignità. È un forte appello quello lanciato oggi da Papa Francesco a favore di una delle realtà più “complesse” e controverse del tessuto sociale moderno. Realtà spesso caratterizzata da povertà estrema al suo interno, e acrimonia ed emarginazione dall’esterno.

Ricevendo in Sala Clementina i partecipanti all’incontro “La Chiesa e gli Zingari: annunciare il Vangelo nelle periferie”, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Bergoglio invoca quindi accoglienza e rispetto per questa gente che, in assenza di un aiuto per l’integrazione, spesso cade vittima di episodi di schiavitù.

“Il popolo zingaro è chiamato a contribuire al bene comune, nell’osservanza dei doveri e nella promozione dei diritti di ciascuno”, afferma il Papa. Tuttavia, ciò non è realizzabile se prima non si valica quella barriera di spregio e denigrazione che si esplica anche nei piccoli gesti quotidiani.

“Io – racconta il Pontefice – ricordo tante volte, qui a Roma, quando salivano sul bus alcuni zingari, l’autista diceva: ‘Guardate i portafogli!’. Questo è disprezzo! Forse sarà vero, ma è disprezzo”. E per questo atteggiamento di “ostilità e sospetto”, ne consegue che gli zingari vengono posti “ai margini della società”, “scarsamente coinvolti nelle dinamiche politiche, economiche e sociali”.

Tutti, allora, sono interpellati per individuare progetti volti al miglioramento della qualità di vita di nomadi e gitani, esorta il Santo Padre. In virtù proprio di quell’attenzione alla dignità della persona umana che è uno dei principi basilari del cristianesimo. La Chiesa è già attiva in questo senso, osserva Francesco. Tuttavia, l’azione solidale delle strutture ecclesiastiche deve essere accompagnata dall’impegno delle istituzioni e della comunità internazionale.

Perché – spiega il Pontefice – tante volte è proprio la mancanza di strutture educative e di formazione culturale e professionale efficaci, oppure ostacoli come il difficile accesso all’assistenza sanitaria, la discriminazione nel lavoro, la carenza di alloggi dignitosi, ad indebolire queste fasce sociali già di per sé vulnerabili. “Sono le persone meno tutelate che cadono nella trappola dello sfruttamento, dell’accattonaggio forzato e di diverse forme di abuso”, denuncia il Papa.

E gli zingari sono le categorie più a rischio in tal senso, “soprattutto – sottolinea Bergoglio – quando mancano gli aiuti per l’integrazione e la promozione della persona nelle varie dimensioni del vivere civile”. Il Vescovo di Roma ribadisce quindi la chiamata ad un maggiore impegno verso questa popolazione, senza dimenticare che, prima del cibo, dell’alloggio, del vestiario e del lavoro, anche gli zingari, come tutti, hanno bisogno del Vangelo, che – dice Papa Francesco – “è annuncio di gioia per tutti, specialmente deboli ed emarginati”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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