San Giovanni XXIII e monsignor Luigi Padovese

Uniti dall’amore alla Turchia, e morti nello stesso giorno, il 3 giugno

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Il 3 giugno 1963 morì papa Giovanni XXII che per dieci anni – dal 1934 al 1944 – fu amministratore apostolico “sede vacante” del Vicariato apostolico di Istanbul e delegato apostolico in Turchia. Proprio in questa terra, nello stesso giorno, a distanza di 47 anni, è morto monsignor Luigi Padovese, Vicario apostolico in Anatolia. Per non dimenticare ecco quanto scritto recentemente da Chiara Zappa.

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La Chiesa latina dell’Annunciazione di Iskenderun, l’antica Alessandretta, sulla costa meridionale del Paese, è quella da cui guidava il suo gregge monsignor Luigi Padovese, il vicario apostolico dell’Anatolia barbaramente assassinato il 3 giugno del 2010 dal suo giovane autista Murat Altun.

Monsignor Padovese aveva 63 anni, ed era alla testa del vicariato dal 2004 […], si definiva “amico e innamorato della Turchia”, sebbene fosse ben conscio del clima di odio anti-cristiano che covava in certi ambienti della società, e dei rischi che correva una Chiesa già toccata, anche molto di recente, dal martirio. Era ancora vivo lo shock per il caso di don Andrea Santoro, assassinato da un ragazzino il 6 febbraio 2006 nella chiesa di Trabzon (Trebisonda), sul Mar Nero […].

Alla fine del processo, Altun ha dichiarato di essere «pentito per aver ucciso monsignor Padovese», che era «l’ultima persona che nella vita mi poteva fare del male. Ma in quel momento non ero padrone di me stesso».

Contraddizioni e paradossi che non fanno altro che aumentare la frustrazione della comunità cristiana, incapace di trovare un senso all’orrore e di provare così a superarlo, vincendo la paura. Ma i fedeli non sono i soli a non darsi pace. Giornalisti, intellettuali, osservatori vari – oltre alla magistratura – in questi anni hanno concentrato molte energie proprio sulla comprensione dell’intricato puzzle che si nasconde dietro ad alcuni episodi di violenza efferata che hanno preso di mira appunto esponenti, spesso molto noti o comunque simbolici, della minoranza cristiana. […] Padre Martin sospira. E cerca di guardare avanti. Per lui la tragedia che ha colpito la sua comunità rappresenta anche «una spinta per noi sacerdoti a ripensare la nostra presenza qui. Dobbiamo ritrovare il senso dell’annuncio, andare alla sostanza».

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Da: C. Zappa, Mosaico Turchia. Viaggio in un Paese che cambia, Ed. Terra Santa, Mialno 2014; cfr. anche  Mons. Luigi Padovese. Uomo di comunione, Elledici-Valar, Torino-Gorle 2011.

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ZENIT Staff

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