Lettura
In questa seconda parte del capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, Gesù parla come il buon Pastore che cura il suo gregge: lo ha custodito fino a quel momento e ora lo affida alla custodia del Padre. Nei giorni bui della Passione e della morte, Gesù affida se stesso al Padre, nel Getsemani e sulla croce, ed affida anche i suoi al Padre. Si disperderanno, ma dopo la risurrezione li ritroverà e li raccoglierà nuovamente. Il posto dei discepoli, in ogni caso, è nel mondo, e non saranno vittime del Maligno, eccetto “il figlio della perdizione”: l’ombra di Giuda accompagna anche questo passaggio, a ricordarci che la ribellione del cuore umano è tragica e reale possibilità.
Meditazione
Dalle parole di Gesù che prega il Padre viene delineata la missione dei suoi discepoli. Sono mandati da Gesù nel mondo, come Gesù è stato inviato dal Padre. Su di loro è posto il Nome (cfr. Ger 14,9), quel Nome che nessuno poteva pronunciare se non il Sommo Sacerdote una volta l’anno, nel giorno dell’Espiazione, nel Santo dei Santi. Quel Nome è stato dato dal Padre a Gesù. Grazie a quel Nome i discepoli uniti a Gesù diventano una cosa sola, come Gesù con il Padre. Hanno ricevuto la Parola del Padre, Parola che è Verità («Io sono la via, la verità e la vita»). I discepoli vengono consacrati nella verità, per la forza della consacrazione di Gesù stesso per loro. I discepoli avranno in se stessi la pienezza della gioia di Gesù. La condizione per avere la pienezza della gioia di Gesù non è uscire dal mondo ma starci dentro, senza esserne posseduti. Gesù conferma la sua volontà di mandare i discepoli nel mondo proprio nel momento in cui il Maligno sembra prendere il sopravvento. La forza dei discepoli è anzitutto il Nome del Padre e di Gesù posto su di loro, la consacrazione totale alla Parola, alla verità che è Gesù e l’essere una cosa sola come Gesù col Padre. La missione si presenta come lotta drammatica, contro il mondo e contro il suo Principe, ma porta ai discepoli la pienezza della gioia di Cristo perché uniti formano il nuovo tempio, dove abita il Nome, dove risuona la Parola della verità. Gesù prega e consacra i suoi discepoli come Tempio della vita trinitaria di Dio.
Preghiera
Signore Gesù, ti chiediamo la pienezza della tua gioia qui, ora, dove tu ci hai posti a vivere la nostra missione di cristiani. Ci affidiamo ogni giorno alla potenza del tuo Nome, della tua Parola, della Verità che tu sei, anche quando siamo pochi, piccolo gregge, minoranza nella società e nella cultura del nostro tempo. Aiutaci a non cercare mai la forza fuori da te.
Agire
Provo a vivere più da vicino qualche situazione che finora ho cercato di sfuggire: non mi rovinerò la giornata ma accrescerò la tua gioia in me.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it