Katholikentag: "Abbiamo sentito l'irradiazione dello Spirito"

Conclusa la 99ma edizione dell’evento di Ratisbona. Il vescovo Voderholzer: “Un evento sereno e armonioso, meno competitivo rispetto alle edizioni precedenti”

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In un primo bilancio tracciato domenica davanti ai rappresentanti della stampa, il vescovo Rudolf Voderholzer ha caratterizzato la 99ma giornata dei cattolici tedeschi come “un evento sereno e armonioso con un’atmosfera meno competitiva rispetto alle sue edizioni precedenti”, nonostante la presenza di tanti gruppi e opinioni diverse tra di loro. Il presule ha sottolineato che, nel corso di questo “Katholikentag del dialogo”, ha avuto luogo anche una discussione su temi controversi, riferendosi in particolare alla controversia con l’associazione “Donum Vitae”, e allo stesso tempo una significativa ripresa di un dialogo interrotto. “Mi hanno chiesto urgentemente di rendere possibile la partecipazione dell’associazione”, ha affermato Voderholzer.  

“I vescovi – ha invece dichiarato il vicario generale di Ratisbona, Michael Fuchs – hanno sempre considerato l’approccio alla difesa della vita adottato da ‘Donum Vitae’ incompatibile con la chiara missione di inviare un segnale forte ed inequivocabile per la vita”. Mons. Voderholzer, che individua un alto grado di compatibilità fra gli obiettivi perseguiti da “Donum Vitae” e i consultori ecclesiastici nonostante le questioni che dividono, esorta ad “applicare quello che è anche il principio dell’ecumenismo: fare insieme ciò che è possibile”.

Entrambi i prelati hanno manifestato un grande interesse che la realtà sia esaminata alla luce del diritto alla vita in base alla legislazione. “Perché non partecipiamo alla marcia per la vita per dare un segno visibile a favore del diritto alla vita?”, ha domandato Voderholzer ad una proposta lanciata sulla piattaforma corrispondente.

Il vescovo ha dimostrato anche grande soddisfazione con la vasta offerta spirituale della manifestazioni, tra preghiere e celebrazioni eucaristiche. “La priora delle comunità di Gerusalemme mi ha detto che questa è stata la più spirituale di tutte le giornate dei cattolici che aveva finora vissuto”, ha riferito. “Il nostro Duomo era completamente dedicato alla preghiera”, ha aggiunto col sorriso, “ho davvero auspicato che il Katholikentag fosse un nucleo fervente di spiritualità da cui scaturisce questo spirito che poi si effonde nelle altre manifestazioni”.

Parlando dei “ponti” citati dal tema dell’evento 2014, Voderholzer ha sottolineato che negli altri campi bisogna “rinnovarli piuttosto che costruirli”, riferendosi ad esempio a quello tra la Baviera e la Repubblica Ceca come ponte tra i popoli “assolutamente necessario”. “La grande euforia suscitata dal crollo del blocco sovietico – ha ricordato il vescovo – si è riversata in numerose iniziative private che hanno formato una catena di piccoli ponti tra i popoli”. Consapevole dello stato di degrado in cui sono caduti alcuni di questi ponti, Voderholzer evidenzia la necessità di tenere in mente di questo fatto.

Voderholzer ha richiamato l’attenzione ai diversi modi in cui la vicinanza della Repubblica Ceca e il partenariato con la diocesi di Pilsen hanno trovato riscontro nel programma del Katholikentag. Ha citato l’esempio del pellegrinaggio transfrontaliero al comune di Neunkirchen beim Heiligen Blut svoltosi sabato mattina con il vescovo František Radkovský della diocesi vicina Pilsen, notando come i resti delle mura e delle attrezzature frontaliere si trovino ancora nei cuori delle persone.

Il vescovo ha rimarcato inoltre la forte impronta politica del Katholikentag, affermando che “non bisogna rinchiudere i cattolici in sacrestia” laddove essi cercherebbero invece di “intervenire e di entrare in dialogo con la politica”, i cui rappresentanti più alti erano presenti all’incontro tra i cattolici. Mercoledì, all’evento era presente infatti il presidente della Repubblica federale tedesca Joachim Gauck che ha dato il via alle giornate di Ratisbona insieme a Alois Glück, presidente del comitato centrale dei cattolici tedeschi, organizzatore dell’evento. Venerdì, c’era invece la cancelliera Angela Merkel a parlare del futuro dell’Europa all’Università di Ratisbona.

Il vescovo si è dichiarato convinto della capacità della voce cattolica di farsi sentire. Secondo lui, grandi temi come la globalizzazione e i movimenti migratori causati dalle guerre richiederebbero “una competenza cattolica”, per individuare soluzioni partendo dalla fede come aspetto di particolare rilievo. 

Nell’ambito della Messa conclusiva, il presidente della Conferenza Episcopale tedesca, il cardinale Reinhard Marx, nella sua omelia ha esortato i cristiani  a dare una testimonianza coerente. “Se litighiamo, non possiamo essere convincenti e testimoniare per la Chiesa. Cristo ci conduce verso la comunione di tutti i cristiani sul ponte pentecostale”, ha detto il porporato.

Ha poi rammentato l’invocazione al Regno di Dio contentua nella preghiera del “Padre Nostro”: “Questa riguarda il Regno di Dio e non i nostri interessi personali”, ha evidenziato, descrivendo l’Eucarestia come il momento in cui Cristo “apre le porte all’amore infinito di Dio ai cristiani”.

Marx ha poi lanciato il seguente messaggio di incoraggiamento: “Vorrei che noi cristiani traessimo l’incoraggiamento e la forza per la costruzione pentecostale dei ponti dall’evento di Ratisbona. Il cammino sul ponte pentecostale con Cristo ci chiede innanzitutto di non togliere mai lo sguardo dalla nostra vocazione”. Il presidente della Conferenza Episcopale tedesca ha quindi esortato i fedeli, sull’esempio di Papa Francesco, a non dimenticare le persone ai margini della società: “Il Regno di Dio non si potrà mai annunciare se non camminiamo sul ponte verso i poveri, i deboli, gli infermi, i violentati e gli sfruttati. Non ci potrà essere l’annuncio del Vangelo se non volgiamo il nostro sguardo a queste persone”.

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Michaela Koller

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