I vescovi spagnoli chiedono preghiere per il re "dimissionario" Juan Carlos

Dopo la notizia di ieri dell’abdicazione, i presuli hanno diffuso una nota in cui ringraziano il sovrano per il contributo alla storia del Paese e manifestano la propria vicinanza al successore Felipe

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Ha deciso di abdicare re Juan Carlos I di Spagna, in favore del suo successore Felipe de Borbón y Grecia. Ieri l’annuncio in tv, alle 13.05, a reti unificate. “Una generazione più giovane richiede di essere protagonista”, ha detto il sovrano, ringraziando il popolo iberico per il sostegno sempre dimostratogli. Ha poi spiegato il “motivo” della sua decisione, affermando: “Adesso bisogna passare il testimone a chi vuole realizzare le grandi riforme che il periodo attuale sta richiedendo e affrontare con maggiore intensità grandi sfide del domani”.

Secondo le dichiarazioni dello stesso monarca, Juan Carlos aveva cominciato a pensare al passaggio di consegne lo scorso 6 gennaio, giorno del suo compleanno. Tuttavia, per rendere ufficiale la successione in favore di Felipe VI, principe di Asturia, e della moglie Letizia Ortiz, ex-giornalista, bisognerà aspettare l’approvazione della legge da parte delle Cortes.

Intanto, dopo la notizia delle “dimissioni”, è giunta immediata la reazione della Conferenza Episcopale spagnola che, in una nota diffusa ieri, ha chiesto preghiere per il Re e il successore, ringraziando in particolare il sovrano per il suo “generoso contributo alla storia recente della Spagna, particolarmente all’instaurazione e alla consolidamento della vita democratica”.

I presuli si dicono “sicuri” che il contributo di Juan Carlos “avrà continuità nella persona del Principe delle Asturie, don Felipe de Borbón y Grecia, che ha già dimostrato le sue qualità e competenze, come abbiamo potuto constatare nelle sue diverse presenze nella vita pubblica”.

Infine, concludono: “Preghiamo Dio di sostenere ancora Le Loro Maestà i Re, don Juan Carlos e Donna Sofía, in questa nuova tappa della loro vita, e che assista la Corona di Spagna nel servizio costituzionale loro affidato”.

(S.C.)

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ZENIT Staff

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