Lettura
Gesù conclude l’insegnamento offerto ai discepoli nel Cenacolo con una lunga preghiera, conosciuta come la preghiera sacerdotale. Rivolto al Padre, Gesù intercede per i “suoi”, i discepoli presenti e quelli futuri, perché si manifesti pienamente la gloria che il Padre ha dato al Figlio. Gloria è una parola chiave in questa preghiera, strettamente collegata con l’esperienza della croce (cfr. Gv 12,23-34): è la gloria del chicco di frumento che muore per portare frutto e della croce innalzata che attirerà tutti a lui.
Meditazione
Gesù alza gli occhi verso il Padre e intercede per noi. Ogni preghiera della Chiesa è presentata al Padre «per il nostro Signore Gesù Cristo…»: è la forza della preghiera che passa attraverso le mani di Cristo che «può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore» (Eb 7,25). Quanti credono in Gesù e diventano suoi, si presentano davanti a Dio non più da soli ma con lui, che intercede per loro, anche e soprattutto se peccatori. Ma leggiamo anche: «Non prego per il mondo ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi». Questo rifiuto di Gesù di pregare per il mondo deve esse compreso correttamente: nel quarto Vangelo con la parola “mondo” si indica globalmente quanti si oppongono a Dio e sono guidati dal «principe di questo mondo» (Gv 12,31) che Gesù ha sconfitto: «Io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). Ma nel dialogo con Nicodemo, Gesù aveva detto: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito […] Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo […] chi crede in lui non è condannato» (Gv 3,16-18). L’opposizione Gesù-mondo nasce dal rifiuto di accogliere Gesù. L’amore di Dio per il mondo è una chiamata: attende la risposta libera dell’uomo. Il rispetto assoluto di Dio per la libertà dell’uomo è il segno più alto della dignità umana: Dio accetta di rischiare anche il dramma del rifiuto e della ribellione. Neppure la preghiera di Gesù può fare qualcosa di fronte al mistero del cuore umano che rifiuta di credere all’amore di Dio, perché nessuno può dire il sì, il “credo”, al mio posto. Non i nostri peccati ma il cuore chiuso impedisce al Signore di darci la salvezza.
Preghiera
Insegnaci o Signore a cercare solo la tua gloria, a non confonderla con la gloria umana che troppo spesso ci seduce. Insegnaci a presentarci davanti al Padre non da soli ma tenendoci per mano a te, senza essere spaventati dai nostri peccati ma fiduciosi unicamente nel tuo amore per noi, tu che hai dato tutta la tua vita per salvarci dalle tenebre e dalla morte.
Agire
La mia vita purtroppo non è solo un “sì” al Signore: voglio riconoscere i “no” che dico a lui, forse da lungo tempo. Nel sacramento della Penitenza ci viene donato lo Spirito Santo per la remissione dei peccati: chiediamo luce e forza.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it