Lettura

Il seme della parabola di Gesù simboleggia la parola di Dio, che Egli invia alla terra, cioè al cuore di ogni uomo perché porti frutto. Ma il risultato è diverso secondo le disposizioni del terreno che riceve il buon seme. Occorre quindi disporre il cuore all’ascolto della parola, giacché siamo chiamati da Dio a produrre un frutto abbondante. 

Meditazione

Affascina riascoltare la “parabola del seminatore”, uno degli insegnamenti che più è rimasto nella memoria di tutte le generazioni di credenti fino ad oggi. In essa troviamo uno specchio della vita del tempo di Gesù e quindi un linguaggio che non solo toccava immediatamente i cuori degli uditori presenti, suscitando interrogativi profondi, ma che ancor oggi ci scuote fortemente. Il simbolismo del seme e del terreno si applica perfettamente alla parola di Dio, come per ricordarci che la natura è un riflesso della bellezza e della grandezza del Creatore. I tipi di terreno sono, proprio come Gesù stesso lo spiegherà agli Apostoli, le diverse disposizioni dell’anima dell’uomo. Il seme che cade lungo la strada, quello che è gettato in un terreno sassoso e poi in quello cosparso di rovi, sono quei doni di Dio che molti uomini purtroppo non accolgono o non permettono che maturino. È giusto interrogarci in prima persona su questo: sono anch’io come una strada impermeabile nella quale è facile portar via qualsiasi grazia ricevuta? O nel mio cuore ci sono ancora numerosi sassi che impediscono al seme di crescere e maturare? C’è qualche spina che rischia di soffocare i doni di Dio? O devo ringraziare il Signore perché mi ha concesso di vangare la terra e liberarla da molte erbacce e quindi sta dando dei frutti? Poniamoci accanto agli Apostoli e impariamo anche noi da Gesù questo insegnamento. Prendiamo la rotta giusta, quella dei Santi, che, senza scoraggiarsi per le loro carenze, si sono messi al lavoro e, col sudore della loro fronte e con la grazia di Dio, sono riusciti a trionfare aiutando poi altri a maturare come loro stessi. Diceva Madre Teresa di Calcutta alcune frasi molto belle che fanno capire come ci si pone in un cammino di lotta e di superamento: «Il giorno più bello? Oggi!... L’ostacolo più grande? La paura… La radice di tutti i mali? L’egoismo. La distrazione più bella? Il lavoro. La peggiore disfatta? Lo sconforto… Ciò che rende più felici? Essere utile agli altri. La cosa più bella del mondo? L’amore!». Il piccolo seme gettato dal buon seminatore nella sua anima ha portato un frutto immenso, del trenta, del sessanta, del cento per uno. 

Preghiera

O Signore, che ci istruisci mediante la parola del tuo Figlio amato, muovici all’impegno per preparare il terreno dinanzi al tuo passo e poter dare frutto come Tu lo desideri. 

Agire

Oggi lavorerò nel terreno della mia anima, per liberarlo da qualche vizio che lo soffoca.

Meditazione del giorno a cura di padre Paolo Cerquitella, LC, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it