«Carpe diem»: cogli l'oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!

Durante l’Angelus di questa mattina, il Papa ha rivolto un pensiero alle vittime dell’Olocausto e ai malati di lebbra. Ha poi liberato due colombe in segno di pace

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Mai più spazio per l’odio e il razzismo in questo mondo! È un accorato appello all’umanità quello pronunciato da Benedetto XVI nell’Angelus di questa mattina, durante il quale ha rivolto un pensiero alle vittime dell’Olocausto commemorate oggi nella “Giornata della Memoria”.

Ricordando uno dei periodi più oscuri della storia del mondo, il Papa ha rivolto ai fedeli queste parole commosse: “La memoria di questa immane tragedia, che colpì così duramente soprattutto il popolo ebraico, deve rappresentare per tutti un monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona umana”.

Il Santo Padre ha ricordato anche la 60° Giornata mondiale dei malati di lebbra che ricorre pure questa domenica, esprimendo la propria vicinanza “a tutte le persone che soffrono per questo male”. Incoraggiando il lavoro di ricercatori, operatori sanitari e volontari, il Pontefice ha invocato su tutti “il sostegno spirituale di san Damiano de Veuster e di santa Marianna Cope, che hanno dato la vita per i malati di lebbra”.

Prima della preghiera mariana, Benedetto XVI si era soffermato nella sua catechesi sui brani del Vangelo di Luca proposti dalla liturgia odierna. In particolare, ha posto l’attenzione sulla scena di Gesù nella sinagoga di Nazaret, che alzatosi a leggere trovò il passo del profeta Isaia che profetizzava su di Lui: «Lo Spirito del Signore Dio è su di me, / perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; / mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri» (61,1-2).

Il Papa ha ricordato quindi le parole di Cristo che “terminata la lettura, in un silenzio carico di attenzione” disse: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,21)”. Proprio sulla parola “oggi” si è incentrata la riflessione del Pontefice che ha affermato: “In senso ancora più radicale, è Gesù stesso «l’oggi» della salvezza nella storia, perché porta a compimento la pienezza della redenzione”.

Il Santo Padre si è soffermato sul modo dei cristiani di vivere la domenica: “giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore, partecipando all’Eucaristia, nella quale ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo e della sua Parola di vita”.

“Nel nostro tempo dispersivo e distratto – ha aggiunto – questo Vangelo ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità di ascolto”. Prima di poter parlare “di Dio e con Dio”, bisogna infatti “ascoltarlo”, e la liturgia della Chiesa “è la scuola di questo ascolto del Signore che ci parla”.

Soprattutto, ha sottolineato il Papa, il brano evangelico odierno “ci dice che ogni momento può diventare un «oggi» propizio per la nostra conversione”. È questo il “senso cristiano” del «carpe diem»: che “ogni giorno può diventare l’oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo”.

Durante i saluti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha ricordato un’altra “speciale” ricorrenza: la Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa, ringraziando “quanti la promuovono in molte parti del mondo”. Ha poi salutato i pellegrini polacchi presenti, pregando con loro per la vita e per il ministero del cardinale Primate Józef Glemp recentemente scomparso.

L’ultimo affettuoso saluto è andato, infine, ai pellegrini venuti dall’Isola di Malta e tutti quelli in lingua italiana. Rivolgendosi, in particolare, ai bambini e ai ragazzi dell’Azione Cattolica Ragazzi di Roma impegnati in un’iniziativa di pace, il Papa ha detto: “Cari ragazzi, la vostra “Carovana della Pace” è una bella testimonianza! Sia segno anche del vostro impegno quotidiano per costruire la pace là dove vivete”.

In risposta, uno dei ragazzi ha letto un messaggio per il Santo Padre: “Caro Papa…stiamo sperimentando se siamo veramente capaci di Pace, ovvero di essere collaboratori della Pace che viene da Dio…e ricordati, caro Papa: l’Acr di Roma non smette mai di volerti bene!”. Dopo il messaggio, aiutato da due bambini,Benedetto XVI ha liberato due colombe, “simbolo dello Spirito di Dio, che dona pace a quanti accolgono il suo amore”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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