Non solo parametri economici e prospettive dei mercati. Per affrontare la crisi occorre un più ampio orizzonte di osservazione, che riesca a valutare l’attuale congiuntura economica in rapporto ai criteri della Verità e dell’equità.
Su questi temi sapere teologico e scienze economiche sono entrati in dialogo al Progetto Universus, il ciclo di conferenze interdisciplinari organizzato a Catanzaro dal Centro Studi Verbum con il Movimento Apostolico, in collaborazione con l’Università, la Provincia e l’Ufficio Cultura dell’Arcidiocesi.
Un confronto coinvolgente tra il teologo don Michele Fontana e l’economista Giuseppe Maria Pignataro ha catalizzato l’attenzione del foltissimo pubblico che ha gremito la Casa delle Culture: rappresentanti del mondo economico, accademico e della società civile nelle sue varie espressioni, insieme a tantissimi giovani, universitari e non, i quali anche attraverso un’intensa diretta Twitter (hashtag #universus2) hanno potuto seguire la serata sul Web.
La crisi deve diventare occasione di attenta analisi critica per meglio affrontare le problematicità del presente e pianificare una roadmap che indichi un sano percorso sociale, ha esordito don Fontana citando Benedetto XVI, nella consapevolezza che il bene della persona è il criterio per valutare il bene economico. Una sana economia orientata da un’etica amica della persona, ha proseguito, deve tener conto di tre logiche: la logica del mercato, ma anche quella politica e quella“del dono”. Nella luce della fede infatti anche in economia si può parlare di gratuità, almeno secondo la giustizia contributiva, quella che prevede l’apporto di ciascuno al bene comune, come complemento della giustizia commutativa e di quella distributiva. La realtà economica deve quindi riconoscersi in una vocazione che la trascende e la apre a una dimensione ecumenica, in cui il primato è riconosciuto al bene di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.
Offrendo una serrata e documentata analisi dei dati economici dal 1995 ad oggi, Pignataro ha proposto la sua lettura della crisi a partire dalla prospettiva italiana, riassumendo la “diagnosi” e la“terapia” argomentate nel suo volume “Riequilibrio e rilancio”, edito da Il Sole 24 Ore.
Cause internazionali e nazionali si sono intrecciate nella sua disamina: eccessi di speculazione delle banche occidentali, controlli insufficienti su attività finanziarie, inadeguate regole di governance europea, errori strategici, alto debito pubblico di alcuni paesi, e – in Italia – anche tasso di crescita insufficiente, potenziale di crescita basso, livello elevato di vulnerabilità finanziaria, a cui non può far fronte una banca centrale nazionale. Inoltre, l’Italia starebbe perdendo un suo punto di forza, il risparmio privato e la propensione ad esso, mentre la ricchezza privata ancora consistente non è distribuita in modo equo. Le tre direttrici seguite per uscire dalla crisi – pareggio di bilancio, lotta all’evasione, riforme strutturali – sarebbero necessarie ma non sufficienti. E qui la sua peculiare proposta: il contributo di riequilibrio a rimborso garantito. Sarebbe compito dello Stato incentivare il contributo dei patrimoni privati al risanamento degli eccessi di debito accumulati, dopo la crisi Lehman, garantendo il rimborso tramite vendita di beni patrimoniali pubblici.
Equità significa anche dare un futuro ai giovani, ha ribadito il moderatore prof. Rocco Reina (UniCZ). E citando Alfonso Quaranta, presidente della Corte costituzionale, ha rilanciato: accanto alla carta dei diritti, occorre una “carta dei doveri”, stabiliti in funzione della tutela delle future generazioni.
Notizie e programma del ciclo di conferenze di Universus, “La verità orizzonte dei saperi” sono disponibili sul sito www.centrostudiverbum.it.