Si è aperto ieri pomeriggio, alla Domus Mariae a Roma, il Convegno nazionale degli assistenti di Azione Cattolica sul tema “Assistenti adulti per adulti nella fede” per riflettere proprio sulla figura dell’assistente e sulla sua identità. L’evento si chiuderà il 24 gennaio. Nell’occasione, Benedetto XVI ha indirizzato ai partecipanti un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il Papa esprime apprezzamento per l’iniziativa “volta ad approfondire, nell’anno della fede, aspetti significativi della missione della Chiesa nel mondo”. Il Pontefice auspica, dunque, che questo Convegno susciti nei partecipanti “rinnovato slancio apostolico per la generosa testimonianza evangelica” e “la saggia guida pastorale nell’associazione e nell’intera comunità”.
“La presenza di un sacerdote che accompagni, guidi e sostenga il cammino dell’Azione Cattolica nelle sue varie articolazioni – sottolinea un comunicato dell’Associazione – fa parte della storia e della vita dell’Ac, da sempre convinta che solo se si hanno assistenti ‘adulti’ si è in grado di accompagnare realtà associative che hanno come compito la formazione di laici caratterizzati da una fede adulta e pensata, capaci di essere lievito di comunità cristiane in un tempo di frammentazione, attenti a re-imparare a fare discernimento, a trovare spazi per confrontarsi ed assumere decisioni in comune che siano orientate dal Vangelo”.
Il Convegno degli assistenti Ac – prosegue il comunicato – intende riflettere a partire dal riconoscimento che l’idea di adulto inteso come persona ‘arrivata’, dotata di stabilità, non è più sostenibile. Anche nell’ambito della fede, anzi, soprattutto in esso” – si osserva – la persona adulta, un assistente di Ac ‘adulto’ è chiamato “a porsi in atteggiamento di ricerca, di accoglienza, a compiere dei percorsi, a ridefinire il proprio essere discepolo di Gesù nel mutare delle situazioni, dei contesti, anche in relazione alle diverse accentuazioni dei contenuti della fede che la Chiesa pratica nel suo cammino. Una fede statica – conclude il comunicato – con la presunzione di averla acquisita una volta per sempre, conservata come un oggetto immutabile, difficilmente è vitale”.