Chiedi a Dio che nella Santa Chiesa, nostra Madre, i cuori di tutti siano, come nella primitiva cristianità, un solo cuore, perché fino alla fine dei secoli si compiano davvero le parole della Scrittura: “Multitudinis autem credentium erat cor unum et anima una” — la moltitudine dei fedeli aveva un cuore solo e un’anima sola.
— Ti parlo molto sul serio: che per causa tua non venga lesa questa santa unità. Portalo alla tua orazione!
(Forgia, 632)
Offri l’orazione, l’espiazione e l’azione per questo fine: “Ut sint unum!” — perché tutti noi cristiani abbiamo una sola volontà, un solo cuore, un solo spirito: perché “omnes cum Petro ad Iesum per Mariam!” — tutti, ben uniti al Papa, andiamo a Gesù, per mezzo di Maria.
(Forgia, 647)
Fammi tutti i giorni una preghiera per questa intenzione: che tutti noi cattolici siamo fedeli, che ci decidiamo a lottare per essere santi. — È logico!, che altro possiamo desiderare per coloro che amiamo, per coloro che sono legati a noi con il forte legame della fede?
(Forgia, 925)
Parole di Gesù: “E io vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto”. Prega. In quale affare umano ti possono dare maggiori garanzie di successo?
(Cammino, 96)
Allargare il cuore
Io venero con tutte le mie forze la Roma di Pietro e di Paolo, bagnata dal sangue dei martiri, centro di espansione per tanti che hanno propagato nel mondo intero la parola salvifica di Cristo. Essere romano non racchiude nessun significato di particolarismo, bensì di ecumenismo autentico; presuppone il desiderio di allargare il cuore, di aprirlo a tutti con l’ansia redentrice di Cristo, che tutti cerca e tutti accoglie, perché tutti ha amato per primo.
(La Chiesa nostra Madre, 28)
L’effusione dello Spirito Santo, facendoci divenire simili a Cristo, ci porta a riconoscerci come figli di Dio. Il Paraclito, che è carità, ci insegna a impregnare di questa virtù tutta la nostra vita; e consummati in unum, fatti una cosa sola con Cristo, possiamo diventare tra gli uomini quel che Sant’Agostino afferma dell’Eucaristia: Segno di unità, vincolo dell’Amore.
(È Gesù che passa, 87)
Vivere l’unità
Con che meravigliosi accenti il Signore ha esposto questa dottrina! Moltiplica le parole e le immagini affinché possiamo comprenderlo, perché resti ben impressa nella nostra anima questa passione per l’unità: «Io sono la vera vite, e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché frutti di più … Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può recare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» [Gv 15, 1-5].
(La Chiesa nostra Madre, 20)
Parte essenziale dello spirito cristiano è vivere non solo in unione con la Gerarchia ordinaria – Romano Pontefice ed Episcopato -, ma anche sentendo l’unità con gli altri fratelli nella fede. Da molto tempo ho visto che una delle maggiori iatture della Chiesa ai nostri giorni è l’ignoranza che hanno molti cattolici della vita e delle opinioni dei cattolici negli altri Paesi e negli altri ambienti della società. Bisogna far rivivere quella fraternità che i primi cristiani sentivano così profondamente. In tal modo ci sentiremo uniti, amando al tempo stesso la varietà delle vocazioni personali. E si eviteranno molti apprezzamenti ingiusti e offensivi che determinati gruppetti diffondono nell’opinione pubblica – in nome del cattolicesimo! – contro i loro fratelli nella fede che in realtà agiscono con rettitudine di intenzione e spirito di sacrificio, tenendo conto delle circostanze concrete del loro Paese.
(Colloqui, 61)
Ti stupivi perché approvavo la mancanza di “uniformità” nell’apostolato in cui lavori. E ti ho detto: Unità e varietà. —Dovete essere diversi come diversi sono i santi nel cielo, ognuno dei quali ha le sue proprie note personali e specialissime. E, anche, dovete assomigliare gli uni agli altri come i santi, che non sarebbero santi se ognuno di loro non si fosse identificato con Cristo.
(Cammino, 947)
Per tanti momenti della storia, che il diavolo si premura di ripetere, mi è sembrata una considerazione molto azzeccata quella che hai scritto sulla lealtà: «Porto tutto il giorno nel cuore, nella testa e sulle labbra una giaculatoria: Roma!».
(Solco, 344)
Vorrei ricordarvi, per cominciare, queste parole di san Cipriano: «La Chiesa universale ci appare come un popolo che fonda la sua unità nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».
(La Chiesa nostra Madre, 1)
Con l’aiuto reciproco
Pensa a tua Madre la Santa Chiesa, e considera che, se un membro soffre, tutto il corpo soffre. — Il tuo corpo ha bisogno di ciascuna delle sue membra, ma ciascun membro ha bisogno dell’intero corpo. — Guai, se la mia mano smettesse di compiere il suo dovere…, o se il cuore cessasse di battere!
(Forgia, 471)
Ti sarà più facile compiere il tuo dovere se pensi all’aiuto che ti prestano i tuoi fratelli e all’aiuto che tu smetti di dar loro se non sei fedele.
(Cammino, 549)
Il punto di riferimento: Pietro
Non esiste un’altra Chiesa Cattolica, diversa da quella che, edificata sull’unico Pietro, si innalza per l’unità della fede e per la carità in un solo corpo coerente e compatto». Contribuiamo a rendere più evidente agli occhi di tutti questa apostolicità, manifestando con squisita fedeltà l’unione al Papa, che è unione a Pietro. L’amore al Romano Pontefice deve essere in noi vibrante e appassionato, perché in lui vediamo Cristo. Se parliamo col Signore nella preghiera, acquisteremo uno sguardo limpido, che ci farà distinguere, anche negli avvenimenti che a volte non capiamo e che ci causano lacrime e dolore, l’azione dello Spirito Santo.
(La Chiesa nostra Madre, 30)
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