Le prove biologiche dell'esistenza dell'uomo fin dal concepimento (Prima parte)

Le ragioni che invitano a firmare la petizione “Uno di noi”

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Una cosa è certissima. E’ una evidenza che non ha bisogno di dimostrazioni né di particolari conoscenze scientifiche: nessuno di noi – io che leggo, voi che leggete – ci sarebbe se nostro padre e nostra madre non si fossero incontrati sessualmente. Dunque è altrettanto evidente che quell’incontro ha determinato la serie di eventi per cui oggi noi siamo ad interrogarci sul nostro inizio. I meccanismi biologici mediante i quali è potuto accadere lo stupefacente, incredibile miracolo del nostro esistere sono rimasti quasi sconosciuti fino a poco tempo fa. Ho parlato di “miracolo”, perché nonostante l’abitudine al succedersi delle nascite, ogni padre e ogni madre si chiedono come sia possibile che da un abbraccio intimo, dal fondersi di due minuscole cellule quasi invisibili possa derivare l’enorme complessità del nostro corpo: mediamente, nell’adulto, 100 mila miliardi di cellule tutte ben ordinate, tutte collaboranti ad unico scopo. Eppoi la tenerezza di un volto bambino, il suo lento apprendere il linguaggio, fino all’esplodere dell’intelligenza, della coscienza morale, della capacità di amore. Com’è possibile? 

Un tempo chi si poneva questa domanda rispondeva con l’intuizione o con la fantasia. Roberto Colombo, professore di genetica all’Università Cattolica di Milano, ha curato una mostra dal titolo “Il volto umano dell’embrione”, che ha girato l’Italia e che è stata mostrata anche nel Parlamento europeo in occasione del 40° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Si tratta di una doppia serie di pannelli. La più originale è quella che non descrive lo sviluppo dell’embrione, ma che ripercorre la storia della riflessione umana sull’embrione, riassume cioè le risposte che nel succedersi dei secoli sono state date a quella domanda: “com’è possibile?” 

Alla luce delle attuali conoscenze scientifiche viene da sorridere sfogliando il fascicolo che accompagna la mostra. Per Aristotele lo sperma del maschio sarebbe stato l’unico principio attivo: la donna avrebbe fornito il sangue, cioè la materia, modellata dal principio attivo dello sperma. Questa interpretazione, secondo cui il seme maschile coagulerebbe, mescolerebbe e plasmerebbe il sangue femminile, è restata fino al 1600. Ma ancora non sono mancate le fantasie, come quelle di chi ipotizzava che un piccolissimo uomo fosse già presente nel gamete (qualcuno diceva nel seme maschile, qualcuno nell’uovo della donna) e che la gravidanza non fosse altro che un graduale accrescimento in volume del corpo preformato. Bisogna arrivare alla metà dell’800 per affermare che la fertilizzazione consiste nell’incontro dello spermatozoo con l’ovocita e solo nel 1953 Watson e Crick descrivono la struttura molecolare a doppia elica del DNA e ipotizzano un meccanismo per la sua duplicazione. 

Ancora più recenti sono le tecniche ecografiche che consentono di vedere e fotografare l’embrione e addirittura di renderlo vero e proprio attore in filmati realizzati mediante fibre ottiche. Possiamo ormai sapere quando comincia a battere il primo abbozzo del piccolo cuore (23° giorno), quando compare un primitivo sistema nervoso (26°-27° giorno), quando cominciano le prime reazioni muscolari (8a settimana), etc. Le ricerche scientifiche si sono indirizzate anche a capire quando i sensi – udito, vista, gusto, tatto – ed anche le facoltà psichiche primitive – capacità di riconoscere rumori e voci, memoria – hanno cominciato a funzionare nel feto. Ha avuto un grande successo in Francia un libro a cura di Herbinet E., Busnel M.C., tradotto in italiano con il titolo “L’alba dei sensi”. 

Questi brevissimi cenni mostrano che oggi sappiamo molto, molto di più di quanto appena trenta o quaranta anni fa potevamo conoscere. La scienza ci ha aiutato enormemente. La stessa fecondazione in vitro ha fatto scoprire aspetti prima ignoti. Certamente restano ancora non pochi misteri, ma possiamo, con assoluta sicurezza, affermare che per accertare il momento di inizio della vita umana è irragionevole appellarsi alle superatissime fantasie, ipotesi e teorie di epoche in cui il progresso scientifico non aveva ancora scoperto i meccanismi della generazione.

E’ davvero stupefacente sia il processo attraverso cui si formano i gameti, sia il meccanismo della loro fusione, sia tutta la successiva fase dello sviluppo intrauterino del nuovo essere umano. “La vita umana prima meraviglia” è il titolo di una fortunata pubblicazione del “Centro di Documentazione” del Movimento per la vita italiano che traduce in termini di commozione contemplativa il rigore delle moderne acquisizioni scientifiche. Ma anche le fredde rilevazioni scientifiche suscitano emozione. 

Certo, la lettura dei moderni manuali di biologia, embriologia o di genetica non è facile per chi non è addetto ai lavori e non ha compiuto specifici studi di livello universitario. La stessa terminologia costituisce una difficoltà. Che significano per l’uomo della strada parole come, tanto per fare qualche esempio, “spermatide”, “zona acrosomiale”, “zigote”, “cromosomi”, “DNA”, “blastocisti”, “ootide”, “mesoderma”, “ectoderma” e simili? Eppure qualsiasi “uomo della strada” è chiamato a interrogarsi sull’inizio della vita umana o meglio, più precisamente, a “provare” l’esistenza dell’uomo”. Se da un lato gli scienziati hanno scoperto le meraviglie della generazione, dall’altro anche le donne e gli uomini comuni, che non sono scienziati, quando devono decidere personalmente se sia giusto chiedere o attuare un intervento abortivo, oppure se sia eticamente corretto ricorrere alla procreazione artificiale o alla “pillola del giorno dopo” devono porsi la domanda: la mia azione incide su un essere umano oppure no? 

La domanda sull’inizio della vita umana è dunque estremamente pratica. Se poi il popolo è chiamato a confermare o annullare leggi che riguardano, per l’appunto, la fase iniziale della generazione, allora, per quanto complessa e difficile sia la comprensione dei meccanismi biologici, l’uomo della strada, in quanto cittadino su cui grava una porzione della sovranità popolare, deve avvertire la responsabilità di capire prima di decidere. 

Egli non ha il tempo di frequentare prima un corso universitario. Eppure deve farsi una idea. Ecco perché, abbandonando il linguaggio tecnico dei biologi, degli embriologi e dei genetisti, e tuttavia credendo a quello che essi unanimemente attestano di avere scoperto e visto, cercando noi di usare un linguaggio comprensibile a tutti, ma rigorosamente adeguato alla realtà palesata dalle parole più difficili degli studiosi, intendiamo dimostrare l’evidenza di un essere umano fin dal momento della fecondazione. 

Che da quel momento lo sviluppo sia continuo, autonomo (autodiretto), finalisticamente orientato è una constatazione concorde di tutti gli scienziati. 

Sviluppo continuo significa che non si può individuare un salto di qualità, nel senso che la realtà d’improvviso è diversa da quella di un istante prima. Lo spermatozoo e l’ovocita, un istante prima che il primo penetri nel secondo, sono una realtà diversa dalla entità che si forma dopo il loro incontro, ma l’embrione formatosi è sempre quello lì, indipendentemente dal numero delle cellule. Cambia la quantità e la complessità della organizzazione, ma non l’identità biologica. Allo stesso modo non ci sono salti di qualità tra lo stesso bambino che prima ha due anni e poi ne ha tre. Non ci sono tagli profondi che permettono una netta separazione tra le varie fasi dello sviluppo. Del resto anche dopo la nascita continua una evoluzione, sia sotto l’aspetto fisico sia – con ancora maggiore evidenza – sotto l’aspetto psicologico. Il continuo cambiamento è connesso al fatto stesso della vita. Anche l’adulto cambia e diviene vecchio, ma vecchio, anziano, adulto, giovane, adolescente, ragazzo, bambino, neonato, feto, embrione, zigote sono i diversi nomi con i quali si indica una identica entità umana. 

(La seconda parte verrà pubblicata domani, lunedì 21 gennaio)

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Per sottoscrivere l’iniziativa “Uno di Noi” cliccare sul link:  https://ec.europa.eu/citizens-initiative/ECI-2012-000005/public/signup.do

Per ogni approfondimento “Le cinque prove dell’esistenza dell’uomo” (Edizioni San Paolo – 5 Euro)

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Carlo Casini

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