Lettura
Gesù, nel passare, vede Matteo e lo chiama. Essendo ospite a casa di lui alcuni farisei si scandalizzano della presenza dei “pubblicani e peccatori”. Ma Gesù afferma di essere venuto proprio per loro e per tutti coloro che sanno riconoscersi tali.
Meditazione
L’azione di Gesù, nella sua vita pubblica, è instancabile. Ora san Marco ci offre la considerazione del momento della chiamata di Matteo – Levi – che, da esattore delle imposte al servizio dei Romani, giungerà ad essere uno dei Dodici, una delle colonne della Chiesa. La lezione circa il superficiale giudizio dei farisei è forte: Dio non vuole che giudichiamo dalle apparenze, ma desidera che lasciamo sempre aperto il cammino della grazia per ogni anima. Quel «Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» deve essere, per ognuno di noi, uno stimolo a fidarci di un Dio che non è un Signore potente e lontano dalle fatiche umane quotidiane, ma che si avvicina all’uomo, ad ogni uomo. Il testo della Lettera agli Ebrei è molto chiaro in questo senso: «Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato». Ecco che cosa ha fatto Dio, in Gesù Cristo, per noi. È meraviglioso. Per questo l’autore della Lettera, entusiasta, continua: «Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia». È un grande invito alla fiducia. La presenza di Gesù Cristo ti cambia la vita; riconoscerti peccatore o peccatrice, anziché umiliarti, ti dona la pace, perché sappiamo che Lui è misericordia infinita. Questo rivelò il Signore a santa Faustina Kowalska: «Anche se l’anima fosse come un cadavere in putrefazione, anche se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio… Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, esaurirà mai la mia misericordia, perché più vi si attinge e più aumenta… Io sono più generoso con i peccatori che con i giusti, perché è per loro che sono sceso sulla terra. È per loro che ho versato il mio sangue. La festa della Misericordia è nata nel mio cuore per la consolazione del mondo intero. Tutto ciò che esiste è racchiuso nelle viscere della mia misericordia più profondamente di quanto non lo sia un bambino nel ventre della madre sua… Parla al mondo intero della mia misericordia. Scrivi sulla mia misericordia». «E se io scrivessi sulla tua misericordia cose esagerate?», chiese l’umile suora. «Credi di aver scritto abbastanza della mia misericordia? Ma sono io stesso la misericordia! Le tue parole non sono che gocce in un oceano».
Preghiera
Signore Gesù Cristo, ti ringrazio per la tua infinita bontà, perché sei venuto a cercarmi, peccatore, peccatrice. Aiutami ad abbracciare la tua misericordia e a donarla a tutti.
Agire
Oggi cercherò di realizzare, con l’aiuto di Dio, degli atti di fiducia, con gioia e fortezza.