Ecologia umana al Cafè Teologico di Verona

Gli incontri organizzati dalle Sentinelle del mattino si svolgeranno in diverse città

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Una trentina di tavoli circolari con tanto di sedie comode, bevande calde, tisane e caffè, persone che si incontrano amabilmente per ascoltare esperti e approfondire temi di attualità. Una relazione di 45 minuti e poi 30 minuti di risposte a decine di domande scritte.

Questo è il contesto del Cafè teologico, un iniziativa delle sentinelle del mattino che si svolge nelle città di Verona, Città di Castello, Cremona, Ravenna, Termoli, Pescara  e Verbania.

Un incontro  a scadenza quindicinale, in un clima rilassante e caldo, diversi relatori parlano di storia, filosofia, morale, scienza, in maniera innovativa e intrigante, mentre gli ospiti sorseggiano tisane e caffè. Il cafè è teologico ed è aperto tutti, a non credenti, atei, agnostici.

Mercoledì 9 gennaio a Verona al Cafè teologico il tema è stato “L’ecologismo è una bugia?”, a relazionare è stato chiamato Antonio Gaspari, che sul tema ha pubblicato una ventina di libri, anche in polacco, giapponese e spagnolo.

Don Gabriele Vrech ha introdotto proiettando un filmato di pochi minuti in cui diversi personaggi parlavano del riscaldamento globale come della fine del mondo, con l’immagine finale del pianeta terra che siscioglieva come una frittata in una padella.

“Ma è proprio così?” ha chiesto don Gabriele Vrech.

Gaspari ha spiegato che “non bisogna spaventarsi, né alimentare pregiudizi”, l’accresciuta sensibilità nei confronti del creato “è sicuramente un fenomeno che indica un più alto livello di civiltà e una maggiore attenzione ai diritti di esseri non umani”.

Ed è “indubbio che all’inizio del terzo millennio la questione sociale è la questione ambientale” ha aggiunto. “Non c’è infatti attività economica, scientifica e tecnologica, culturale e sociale che non debba e non possa tener conto dell’impatto ambientale e delle sue implicazioni per il bene comune”.

Per questo motivo lo sviluppo e la qualità della vita dipenderanno sempre di più dal tipo di rapporto che si svilupperà tra attività lavorative umane e l’ambiente. Nelle società avanzate, così come nei Paesi in Via di Sviluppo, saranno sempre più ingenti gli investimenti per la risoluzione dei problemi ecologici ed il miglioramento e il progresso della situazione ambientale.

“La cultura che ha caratterizzato l’ambientalismo, negli ultimi trenta anni – ha sottolineato Gaspari – è stata però fortemente condizionata da una visione catastrofista e pessimista della realtà economica e sociale”.

Una concezione filosofica nichilista ed una pratica ipocrita hanno caratterizzato il comportamento delle associazioni e dei partiti verdi, così “abbiamo conosciuto il peggio dell’ideologia ecologista, interessata soprattutto a vendere e propagandare “paure”.

Secondo Antonio Gaspari  “L’ecologismo giacobino e estrermista che ha caratterizzato la storia dei movimenti verdi ha cancellato il Creatore, criminalizzato l’umanità e le sue attività lavorative ed ha divinizzato flora e fauna, dando vita ad una religione panteista e neopagana, adoratrice di Gaia”.

L’aspetto più deleterio di questa ideologia è stato quello di guardare alla crescita demografica ed allo sviluppo dell’umanità come il peggiore dei mali.

Gaspari ha raccontato come sulla base dell’ideologia ecologista catastrofista le istituzioni internazionali hanno investito miliardi di dollari investiti in programmi di riduzioni delle nascite, con risultati estremamente deleteri per l’umanità, quali l’inverno demografico.

Ma non bisogna disperare: “è possibile rendere il problema ambientale una risorsa, convertire le paure in speranze e migliorare il mondo attraverso un programma di “Ecologia umana”.

Non sono certo le multe, le tasse, le campagne terroristiche e scandalistiche contro questa o quella categoria produttiva a risolvere i problemi di carattere ambientale, la soluzione sta nel riconquistare e stimolare l’umanità ad una battaglia per il bene comune, secondo le strade dell’umanesimo cristiano che sono la verità, la giustizia e la bellezza.

L’Ecologia umana indicata dal Pontefice Giovanni Paolo II nell’enciclica Centesimus annus è la grammatica su cui costruire lo sviluppo del bene comune, perché spiega il rapporto tra umanità e creato secondo la triplice dimensione: persona, famiglia e sviluppo, cioè
dignità e unicità della persona umana, famiglia come prima scuola di amore e umanizzazione del mondo e sviluppo inteso come strettamente legato alla libertà di educazione come condizione  per incrementare la capacità sociale del lavoro umano

“E’ tempo per una cultura ambientale che guardi all’umanità non come maledizione ma benedizione del pianeta, come ricchezza e non impoverimento per il mondo – ha aggiunto il relatore – Umanità la cui prole susciti speranza e non disperazione. Un ambiente inteso come casa e come risorsa, che si arricchisce del lavoro dell’uomo e che moltiplica i suoi frutti grazie allo sviluppo ed all’applicazione delle nuove conoscenze e tecnologie”.

“Con l’ecologia umana – ha concluso Gaspari – non intendiamo solo stabilire un nuovo, rinnovato e rispettoso rapporto tra umanità e creato, ma realizzare le condizioni per costruire una civiltà dell’amore, facendo dell’umanità una famiglia di famiglie”.

Per conoscere il programma dei Cafè Teologico http://www.sentinelledelmattino.org/calendario/cafe-teologico/

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ZENIT Staff

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