Is 40,1-5.911
“Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. – “Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione e’ compiuta, la sua colpa e’ scontata…Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata”.
Tt 2,11-14; 3,4-7
“Carissimo,…la grazia di Dio…ci ha salvati…con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.”.
Lc 3,15-16.21-22
“In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che e’ più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si apri’ e discese su di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: ” Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
Il beato Antonio Rosmini afferma che “il Battezzato subisce una segreta, ma potentissima operazione, per la quale egli viene sollevato all’ordine soprannaturale, viene posto in comunicazione con Dio” (Del principio supremo della metodica, Torino 1857, n. 331).
Il Battesimo, dunque, immette nella persona umana un Principio divino che supera l’incompatibilità ontologica con Dio e la abilita ad entrare in comunicazione con Lui, stabilendo una relazione in certo modo “alla pari”.
Se il nostro stupore va in cerca di un appiglio per non precipitare da tanta altezza, lo può forse trovare in queste parole: “il cielo si apri’ e discese su di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba,..” (Lc 3,22).
Ecco: lo Spirito Santo, del quale il Battesimo ci costituisce “tempio” (1 Cor 6,19), e’ pura Energia d’amore, e’ Fuoco che “uguaglia” le nature, tutto trasformando in Se’ senza distruggere. Perciò lo Spirito divinizza la vita umana, fornendole alla persona le ali per librarsi nello spazio stesso di Dio, come suggerisce il simbolo della colomba, comunicando a tu per tu con Lui. E lo può fare, dal momento che, per mezzo dello Spirito, l’infinita Eternità di Dio “scende” per entrare nello spazio e nel tempo dell’uomo.
Significativo, in termini battesimali, e’ il racconto della presentazione del bambino Gesù al tempio, con particolare riferimento alla figura di Simeone (Lc 2,21-38).
Simeone era un uomo giusto e pio, un laico amico dello Spirito di Dio. Dice infatti Luca che: “..lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si reco’ al tempio..mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la legge prescriveva a suo riguardo,..” (Lc 2,25-28).
Simeone, pur non essendo battezzato “in Spirito Santo e fuoco”, possedeva quella semplice santità dei puri di cuore che per se stessa mette in risonanza con lo Spirito Santo.
La testimonianza di Simeone non e’ data solo dalle parole profetiche da lui pronunciate davanti a Maria e a Giuseppe, ma anche dalla pronta e libera docilità con cui egli obbedisce alla mozione interiore dello Spirito Santo. Si direbbe che tra Simeone e lo Spirito l’intesa fosse quella di due inseparabili amici, proprio come sta scritto: “..tu, mio compagno, mio intimo amico, legato a me da dolce confidenza! Camminavamo concordi verso la casa di Dio.” (Salmo 55/54, vv 14-15).
Ebbene, in lui possiamo vedere rappresentato ogni credente battezzato in Cristo. Per definizione, infatti, costui possiede lo Spirito Santo, e nella misura in cui si impegna sinceramente a conoscere e a fare la verità e la volontà di Dio , sarà anche lui mosso, diretto, condotto dal dolce Ospite della sua anima.
Ciò significa che dando prontamente corda al suggerimento interiore della coscienza, il Battezzato impara per esperienza che Dio lo guida realmente in tutto ciò che fa, in tutto ciò che dice e persino in tutto ciò che pensa, facendo di ogni circostanza banale e di ogni avvenimento casuale un appuntamento con la sua Grazia e un incontro con Lui, e ciò non solamente per il fatto che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28), ma anche perché Colui che e’ al di sopra di tutti “opera per mezzo di tutti ed e’ presente in tutti” (Ef 4,6).
Si tratta allora di prestare grande attenzione alla triplice influenza dello Spirito Santo sulla nostra vita e sulla nostra persona.
La prima ha a che fare con la nostra conversione di fede, sempre attuale e quotidiana. E’ il cammino delle scelte di ogni giorno, illuminate e suscitate dall’ascolto della Parola di Dio. Un percorso interiormente suggerito dallo Spirito, che e’ l”Io del nostro io, la Luce vera della ragione e il primo Moto della coscienza. Egli e’ veramente in essa la voce di Qualcuno che parla per primo, il suggerimento profondo e sovrano che ci orienta a rispondere liberamente e ci muove ad obbedire per attrazione alla volontà del Signore.
In secondo luogo, lo Spirito parla al cuore mostrando le esigenze morali del cammino di fede, ed aiutando la volontà a metterle in pratica col respingere decisamente le opere della carne e compiere quelle della carità, della fedeltà, della bontà, dell’obbedienza, del sacrificio, della preghiera. Ciò permetterà allo Spirito di operare la crescita dell’uomo nuovo, sempre più perfetto nella somiglianza con Cristo.
Infine, essendo ormai consolidata la sua dolce amicizia con lo Spirito, il credente sarà sempre più “mosso” dalla gioia, con l’anima piena e tesa come una vela al vento. E ciò accade solo sul piano delle cose da fare, ma su quello profondo dell’essere, cioè dell’esperienza affettiva e trasformante della Presenza divina.
In altre parole, mentre il Battezzato continua ad agire nell’ambito naturale delle cose di tutti i giorni, tutto ciò che fa risulta trasfigurato, divinizzato. Rimanendo apparentemente l’uomo di prima, non e’ più quello di prima. Essendo partecipe della natura divina, e’ salito a vivere realmente sul piano soprannaturale del suo Creatore.
* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.