A te, Maria, Madre del Signore, Madre della nostra città, delle nostre valli e colline, dei nostri borghi e delle nostre pianure, a te ci rivolgiamo, all’inizio di questo nuovo anno, con animo colmo di fiducia. Tu sei la sintesi della creazione. In te vedo riflesso quanto di bello e di grande vi è nella natura della nostra terra e nella cultura nata dall’uomo.
A te si volge il nostro desiderio. Come ha cantato il sommo poeta, esso ha le ali, è pieno di speranza, speranza di essere ascoltato da te.
Desideriamo non essere soli, desideriamo che la nostra vita abbia un senso, un peso: apri, perciò, il nostro cuore e la nostra mente alla dolce certezza dell’esistenza di Dio, Provvidente e Padre. Non è, questo, un autoconvincimento, ma la conclusione cui ci porta la stessa ragione, a partire dalle vicende della nostra esistenza.
Aiutaci ad accogliere e ad amare le persone della nostra famiglia, i nostri amici, coloro che lavorano e studiano con noi, coloro con cui condividiamo la vita o semplicemente incontriamo per pochi istanti.
Aiutaci ad amare coloro che sentiamo lontani, perfino i nostri nemici. Tu, che sei sole splendente di carità, meridiana face – come ci ha ricordato Dante – aiutaci a fare della nostra città, delle nostre città e paesi dei luoghi in cui sia bello vivere, illuminati dalla luce della speranza e dell’accoglienza.
Aiuta, Madre, coloro che non hanno lavoro, coloro che l’hanno perduto. Aiuta le famiglie in difficoltà, le famiglie divise. Aiuta le imprese. Aiuta, attraverso la solidarietà, un impiego del capitale per il bene comune.
Aiuta i malati, coloro che soffrono, coloro che non hanno speranza, perché ritrovino il valore delle loro sofferenze e fatiche, il conforto negli amici e nella croce e resurrezione del Signore.
Aiuta tutti noi, tuoi figli e figlie, a non dimenticare mai, durante questo anno che oggi inizia, la tua materna protezione e a rivolgerci a te con filiale fiducia.
Amen.