Lettura
Leggiamo il brano del Vangelo di oggi nel contesto del periodo natalizio ancora in atto, e che culminerà con la festa del Battesimo di Gesù. La lettera di san Giovanni ci offre uno dei testi ispirati più belli, che descrivono chi è Dio. E il Vangelo ci mostra proprio questo, indicando, nell’atteggiamento del Figlio di Dio fatto uomo, tutta la tenerezza e la forza dell’amore di un Dio che si è fatto “Buon pastore” delle sue pecorelle.
Meditazione
Avremmo colto il frutto in assoluto più importante, se da queste feste natalizie cogliessimo solo la lezione che indica l’apostolo Giovanni nella sua lettera: «…Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati». Fare l’esperienza dell’amore di Dio: ecco il centro di tutta la vita spirituale, dell’esperienza di fede. Chi crede, infatti, scopre con immensa gioia di essere amato, anzi, di esistere proprio grazie a questo amore. Il brano che ci offre la Chiesa oggi ci fa sentire proprio questa bontà di Dio nel Figlio suo incarnato: «…ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore». È un’immagine molto bella. Se ogni cristiano oggi ritrovasse il senso profondo della sua vita e, nonostante le proprie debolezze, prendesse sul serio il compito di essere continuatore della missione di Gesù, le “pecorelle” nel mondo non sarebbe così sbandate. Madre Teresa di Calcutta un giorno raccontò un fatto che illumina particolarmente questo spirito del “buon pastore”, di carità evangelica: «Una notte un uomo è arrivato alla nostra casa e mi ha detto: “C’è una famiglia con otto bambini, non mangiano da giorni”. Ho preso un po’ di cibo e mi sono incamminata. Quando sono giunta da loro ho visto i volti di quei piccoli segnati dalla fame. I loro visi non esprimevano dolore o tristezza, solo la profonda sofferenza causata dal digiuno. Ho dato il riso alla madre, che lo ha diviso in due parti ed è uscita con metà della razione. Al ritorno le ho chiesto: “Dove sei andata?”. Mi ha dato una risposta molto semplice: “Dai miei vicini; anche loro hanno fame!”. Il suo altruismo non mi ha sorpresa, i poveri sono davvero molto generosi. Mi ha stupito invece che sapesse dei suoi vicini. Di solito quando soffriamo siamo, infatti, così concentrati su noi stessi che non abbiamo tempo per gli altri».
Preghiera
Signore Gesù, che sei la manifestazione dell’amore di Dio, facci assaporare la realtà di quanto siamo da Te amati e rafforza con ciò la nostra fede e la nostra speranza!
Agire
Oggi cercherò di “avere compassione” delle pecorelle di Cristo a me affidate.
Meditazione del giorno a cura di padre Paolo Cerquitella, LC, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it