L’immigrazione è un fenomeno che va incontro a marcati cambiamenti. In Italia, ad esempio, diminuisce l’afflusso di migranti a causa della crisi economica, che rende il nostro paese meno “appetibile”. In compenso aumenta il numero di sacerdoti stranieri, in special modo extracomunitari, mentre la percezione degli immigrati da parte degli italiani è sempre più positiva.
Sono alcuni degli aspetti emersi stamattina durante una conferenza stampa a cura della Fondazione Migrantes, tenutasi presso la Sala Marconi di Radio Vaticana, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra domenica prossima, 13 gennaio.
Il dibattito è stato moderato da monsignor Domenico Pompili, portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, che ha ricordato i principi base della Chiesa in materia sono il “diritto all’emigrazione” e lo speculare “diritto a vivere nella propria patria”.
L’attenzione che la Chiesa rivolge alle migrazioni, ha aggiunto Pompili, è tanto “spirituale”, quanto “culturale” ed “assistenziale”.
Il presidente di Migrantes, monsignor Paolo Schiavon, ha citato l’antico adagio latino “Homo viator, spe erectus”, che richiama la natura pellegrina dell’essere umano, già a partire dalle Sacre Scritture: Adamo che viene espulso dall’Eden; Abramo volontario pellegrino per obbedienza; Mosè che fa di Israele un popolo pellegrinante nel deserto del Sinai.
Dio stesso si è fatto pellegrino “seguendo il suo popolo, e in Gesù, accompagna questo popolo lungo il percorso che si inoltra nella dimensione inesauribile del divino, rinnovando continuamente la consapevolezza che nessun luogo di questa terra può diventare mai meta definitiva”, ha aggiunto il presule.
Le inevitabili difficoltà che l’emigrazione riserva, richiamano alla seconda parte del motto, relativa all’uomo sorretto dalla speranza. È sempre Gesù, ha sottolineato monsignor Schiavon, che “ci permette di attraversare le difficoltà senza cedere allo sconforto, come è avvenuto per i discepoli di Emmaus”.
Con riferimento al Messaggio di Benedetto XVI per la 99° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il presidente di Migrantes ha posto in evidenza il non nuovo impegno della Chiesa in questo campo, “in collaborazione con tutte le persone di buona volontà”, assieme alle “buone potenzialità” e alle “risorse” di cui le migrazioni sono portatrici.
Oltre ad essere una risorsa economica per il loro paese attraverso le rimesse, gli immigrati sono infatti anche “ottimi ambasciatori nelle loro comunità di valori come la libertà e la democrazia” e i loro spostamenti “sono pure un possibile veicolo di dialogo e di annuncio del Messaggio Cristiano”, ha commentato Schiavon.
È poi intervenuto il direttore generale di Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, soffermandosi sull’insegnamento del Concilio Vaticano II in materia di migrazioni. La Gaudium et spes, in modo particolare, sottolinea il diritto dell’immigrato a non essere discriminato e a godere della giusta tutela sul lavoro.</p>
Altro aspetto toccato da monsignor Perego ha riguardato l’acquisizione della cittadinanza italiana, di cui ha auspicato un restringimento dei tempi burocratici da 10 a 5 anni e l’estensione del criterio dello ius soli, in luogo dell’attuale ius sanguinis che “comporta di fatto l’esclusione e la differenziazione sociale di quasi 650.000 minori nati in Italia da genitori immigrati”.
La riforma della legge sulla cittadinanza, ha spiegato il direttore generale di Migrantes, è resa necessaria anche ai fini di un adeguamento con gli standard europei e con la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo (1989), ratificata in Italia nel 1991.
L’approvazione di tale riforma, tuttavia, non sarà affatto semplice, ha puntualizzato Perego, poiché in Parlamento giacciono “23 proposte diverse che non vedono ancora un’unitarietà sul piano politico”.
A conclusione della conferenza stampa è intervenuto il Ministro della Sanità, Renato Balduzzi, che ha espresso la gratitudine del Governo “per l’attenzione che la Chiesa italiana ha avuto verso il fenomeno dell’immigrazione”.
In questo spirito, ha ricordato il ministro, poco prima di Natale è stato siglato l’accordo Stato-Regioni che mette a disposizione degli immigrati, il Servizio Sanitario Nazionale.