Paolo VI: "maestro lungo l'affascinante cammino della sequela di Cristo"

All’inizio della Messa per la Solennità dell’Epifania, l’Arcivescovo di Milano celebra la Venerabilità di Papa Montini

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All’inizio della Santa Messa di questa mattina nel Duomo di Milano per la Solennità dell’Epifania del Signore, il cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, ha letto il testo che riportiamo di seguito per celebrare la Venerabilità di Papa Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, che fece il suo ingresso nella diocesi ambrosiana proprio il 6 gennaio del 1955.

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Sorelle e Fratelli carissimi,

lo scorso 20 dicembre 2012 il Santo Padre, Benedetto XVI, ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a pubblicare il Decreto con il quale il Sommo Pontefice riconosce che il Servo di Dio Papa Paolo VI ha vissuto in grado eroico sia le virtù teologali (Fede, Speranza, Carità verso Dio e verso il prossimo), sia le virtù cardinali (Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza) e quelle ad esse annesse.

Con questo Decreto Papa Paolo VI è stato dichiarato Venerabile. Per noi ambrosiani è un momento particolarmente solenne. Paolo VI fu nostro amato arcivescovo dal 4 novembre 1954 fino al 21 giugno 1963, quando fu eletto Papa. Giovanni Battista Montini fece il suo ingresso in diocesi proprio nella solennità dell’Epifania, il 6 gennaio 1955.

È ben giusto, dunque, levare oggi la nostra lode al Signore e il nostro ringraziamento al Santo Padre per averci donato questo nuovo Venerabile, che speriamo di vedere presto nostro Beato Arcivescovo, sulla scia dei beati arcivescovi che lo hanno preceduto, il beato cardinale Andrea Carlo Ferrari e il beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.

Benedetto XVI, dichiarando Venerabile Giovanni Battista Montini, ha sancito che egli ha vissuto pienamente il Vangelo sine glossa e ci può essere maestro lungo l’affascinante cammino della sequela di Cristo.

Paolo VI diceva, infatti, che «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni». Per questo nostro fratello che fu per noi pastore e maestro, lodiamo il Signore con le parole che gli angeli cantarono a Betlemme la notte di Natale e da allora tutta la Chiesa eleva colma di gioia perché il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza. Lo facciamo consapevoli che questo dono aumenta la nostra responsabilità di testimoni.

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ZENIT Staff

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