Riportiamo di seguito il messaggio per il nuovo anno 2013 di monsignor Domenico Cancian, vescovo della diocesi di Città di Castello. 

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Carissime/i tifernati,

Scrivo con gioia questo augurio da Nazaret, dove mi trovo con il pellegrinaggio diocesano, cominciato il 28 dicembre e che si concluderà, a Dio piacendo, il 4 gennaio. In qualche modo ci siete anche tutti voi qui, con noi. Nel luogo preciso dove il Verbo si è fatto carne e dove Maria, Gesù e Giuseppe hanno vissuto insieme la loro semplice vita di famiglia, lavorando e pregando, si avverte in modo quasi tangibile la presenza di Colui che 2000 anni fa, proprio qui, ha cambiato la storia. Qui si respira la straordinaria bellezza del Vangelo di Gesù e si colgono sacrosante conferme e altrettante provocazioni.

Sorelle e fratelli, come sarà il nuovo anno? Il punto interrogativo è d'obbligo, visto che perfino le recenti previsioni maya sono saltate. Conviene affidarci a qualcosa di ben più solido e certo. Anche l'augurio ovvio, non raramente formale, del semplice e quasi istintivo "Buon Anno!", a poco serve. Mica possiamo illuderci che "tutto andrà bene"! Tanto meno serve lo starcene ad aspettare in modo rassegnato e fatalista, tanto quel che deve succedere succederà.

Possiamo invece augurarci un convinto e sincero "Buon Anno!" se l'accompagniamo con alcuni impegni che mi permetto di suggerire con semplicità e affetto fraterno.

- Anzitutto la responsabilità decisiva di ciascuno, tirando fuori il meglio di noi per il bene di tutti, nel tempo che avremo a disposizione. Ogni uomo ha tante risorse positive, più di quelle che normalmente utilizza. Ce ne accorgiamo quando incontriamo persone (e ce ne sono tante!) davvero coraggiose che operano bene, senza cercare riconoscimenti, persone che fanno la loro parte con amore e perseveranza, col sorriso e con garbo, superando tante difficoltà. Questo serve, questo fa la qualità della vita e delle relazioni, questo fa storia buona. Ed è alla portata di tutti. A partire dalle cose semplici del quotidiano: il "buon giorno", l'attenzione concreta all'altro, il servizio, la comprensione, il perdono delle reciproche offese che induriscono i cuori...

- Ma questo, pur necessario e importante, non basta. Occorre anche l'aiuto del Signore, perché siamo tutti quanti poveri e limitati. Anche con tutta la buona volontà, potremmo non farcela. Abbiamo bisogno della fede, il dono offerto a tutti. Ogni uomo, creato a immagine di Dio, salvato da Cristo, nostro Fratello, può invocare e accogliere il suo decisivo aiuto. Lui, Dio fatto uomo, ci conosce, ci capisce ed è pronto a darci una mano. Perché non crederci e farci aiutare? Dio è buono e misericordioso. Vuole il nostro vero bene su questa terra e in Paradiso. Come Padre amorevole, non desidera altro che la nostra felicità, anzi la nostra beatitudine.

All'inizio del nuovo anno abbiamo una benedizione che è di buon auspicio. "Ti benedica il Signore e ti custodisca, faccia risplendere per te il Suo volto e ti conceda pace!" (Nm 6,22-27)

Lo Spirito Santo grida nel cuore di ogni uomo una Parola: Abbà! Babbo! Se l'uomo ascolta e liberamente accoglie questo dono, vive l'esperienza del figlio di Dio, come Gesù, come Maria, come i santi. Nasce l'uomo nuovo che trova in Cristo la risposta più bella al desiderio d'infinito del suo cuore, inquieto finché non incontra la gioia, la pace, l'amore... quelli veri. Altrimenti la vita procede nella dimensione solamente orizzontale, con tutto quel  che segue e che ben conosciamo.

Maria, la Madre di Gesù e la Madre nostra, ci sorride e ci incoraggia ad essere attenti e disponibili nel fare non quello che piace a noi, ma quello che il Signore ci chiede, anche quando non lo capiamo o ci costa. "Fate quello che Lui vi dice! Non abbiate paura di dire il vostro SI come l'ho detto io! Avete tutto da guadagnare!" Lei ci assicura che il Signore vuole compiere cose belle anche con noi.

In questo modo possiamo iniziare il nuovo anno con fiducia e speranza, assumendoci le nostre responsabilità nei confronti di Dio, degli uomini e del mondo. Anche nei riguardi del nostro Paese, che speriamo possa ritrovare ciò che è essenziale ad una vita personale, familiare, sociale, culturale e politica di alto profilo.

Auguro di volgere lo sguardo in alto (a Lui), indietro (alla storia che ci ha preceduto) e sopratutto in avanti, dando spazio a quei sogni che Dio ha messo nei nostri cuori e che portano ad una nuova umanità nella giustizia e nella pace, nella gioia di una convivenza fraterna.

Da Nazaret, nella Domenica della Santa Famiglia, invoco la benedizione del Signore su tutti, mentre insieme ci impegniamo ad essere operatori di quella pace che il Figlio di Dio è venuto a portare su questa terra. 

+ Domenico Cancian f.a.m.
Vescovo di Città di Castello