Sarà la famiglia a salvare questo mondo che sembra sempre più avviarsi verso il declino dei valori cristiani. È una promessa, ma anche la scommessa che le centinaia di famiglie radunate a Madrid per il grande Incontro di domenica scorsa hanno lanciato a tutta l’Europa.
“La famiglia cristiana è la speranza di oggi” è stato il grido unanime di tutte le mamme, i papà e i figli riuniti in Plaza de Colòn, oltre che il tema scelto per questa edizione 2012 della Festa. Anche Benedetto XVI ha ribadito questo forte messaggio nel video-collegamento da piazza San Pietro per pregare insieme l’Angelus prima dell’Eucarestia.
Il Santo Padre ha salutato tutte le famiglie presenti pregando che “la gioia di condividere la vita in Dio, che abbiamo imparato da bambini dalle labbra dei nostri genitori, ci incoraggi a rendere il mondo una vera casa, un luogo di armonia, solidarietà e rispetto reciproco”. Il modello da seguire sono Gesù, Maria e Giuseppe, ha detto il Papa, “esempio di fede che fa brillare l’amore e rafforza la vita delle famiglie”.
È proprio da quel piccolo e umile nucleo della Sacra Famiglia di Nazareth, infatti, che “si è aperta la vera e definitiva storia della salvezza del mondo”. Una storia “che nessuna crisi, anche quella che implica i più grandi e terribili peccati degli uomini, potrà mai interrompere”. Così ha esordito il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid, nell’omelia per la solenne Messa celebrata dopo la benedizione del Pontefice.
“La festa della Santa Famiglia – ha detto il porporato – ci riunisce ancora una volta qui, in questo fine 2012 così critico e doloroso, per rendere grazie a Dio per le nostre famiglie radicate nella fede in Gesù Cristo, e per chiedere il bene della famiglia cristiana, vera ‘Speranza di oggi’”.
Secondo l’Arcivescovo di Madrid, oggi è più “urgente” che mai “aggiornare la dottrina della fede sulla verità eterna del matrimonio e della famiglia”. Quella del matrimonio cristiano infatti – ha spiegato il porporato – “è la verità della vostra vita”, oltre che “il fondamento dell’intera società”, “l’organismo vivo” senza il quale essa rischia di “disintegrarsi”.
Ancora di più, “la famiglia cristiana è la prima cellula del corpo soprannaturale che è la Chiesa”, la quale – ha sottolineato – “cresce ed educa i propri figli alla Parola di Fede e al Battesimo”, grazie al “prezioso e indispensabile aiuto” offerto dalla famiglia cristiana.
Incoraggiando poi a “professare la fede” in contesti che prescindono da Dio e che “negano la verità della famiglia cristiana”, il card. Rouco Varela ha esortato le famiglie “ad essere forti e coraggiosi nella fedeltà e nel rinnovamento costante dell’amore fecondo come sposi e come genitori” sul modello della Sacra Famiglia di Nazaret.
L’esortazione è rivolta anche alla Chiesa che non deve mancare, in questo Anno della Fede, di essere un supporto fondamentale per la famiglia. “Sarebbe una gravissima responsabilità pastorale e apostolica lasciarla sola in una situazione così drammatica” ha concluso il cardinale.
Questa crisi, infatti, non influisce solo sull’economia, ma soprattutto “sul riconoscimento sociale, culturale e giuridico” che spetta alla famiglia, aprendo la strada a minacce come l’aborto o il divorzio, vere e proprie sfide che la famiglia dovrà e potrà affrontare nel nuovo anno solo se appoggiata a Gesù Cristo.
Su questo aspetto in particolare è intervenuto Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale e ideatore insieme al cardinale Rouco Varela dell’Incontro di Madrid. Dopo i brevi interventi degli anni passati, in questa edizione 2012, a Kiko è stata affidata la predicazione del Kerygma, ovvero l’annuncio dell’amore di Cristo morto e risorto per la salvezza dell’uomo.
“Cristo è morto per tutti, affinché non vivano più per se stessi” ha gridato a gran voce l’iniziatore dell’itinerario neocatecumenale. “Cristo ha dato la sua vita per far sì che ricevessimo la vita immortale. Cristo è Dio, e l’amore di Cristo è ciò che mantiene l’universo. Dio vuole che noi viviamo in quella verità, Dio vuole darci l’amore che libera”.
Soprattutto la predicazione di Kiko si è soffermata sulla frase di Benedetto XVI: “La crisi della famiglia è una conseguenza della crisi della Fede”. Per questo “per aiutare le famiglie, dobbiamo rafforzare la fede” ha detto.
Questa fede, ha precisato Kiko, “viene dall’ascolto”, dall’udire l’annuncio di “Cristo che ha dato se stesso ed è morto per te e per me in modo che possiamo ricevere il perdono dei peccati e la vita eterna”.
Il kerygma, quindi, non è una formula reiterata o inventata dalla Chiesa, ma “la buona notizia” al centro della vita di ogni essere umano. Come per la Vergine Maria che concepì il Figlio di Dio dopo aver detto “sì” alle parole dell’angelo Gabriele – ha affermato quindi l’iniziatore del Cammino Neocatecumenale – “lo Spirito Santo fa nascere Cristo nel cuore di chi accoglie questo annuncio”.