Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia che l’Arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, ha pronunciato ieri mattina nella cattedrale di San Giusto nel corso della Celebrazione Eucaristica nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio.

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Carissimi fratelli e sorelle,

In questa giornata di festa, la Chiesa ci invita ad onorare la Vergine Maria con il titolo di Madre di Dio. "Dio mandò il suo Figlio, nato da donna" (Gal 4,4): senza Maria non avremmo avuto Gesù. Egli ci viene offerto, donato, non solo dal Padre, ma anche dalla Vergine. A questo riguardo, San Bernardo di Chiaravalle scrisse una straordinaria meditazione: "Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito Santo. L'angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l'ha inviato... 

Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano... O Vergine, dà presto la risposta... Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta.

Non sia, che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso. “Eccomi”, dice, “sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38)". Dalla maternità di Maria è dipesa la salvezza dell’uomo. La libera accettazione di quella maternità è stata la porta della salvezza. Liberamente Dio ha chiesto, si potrebbe dire, il permesso a Maria per entrare nel mondo e, da quel momento, si è anche manifestata in pienezza la suprema dignità della donna.

Carissimi, la generazione di Gesù è stata la ragion d’essere di tutta la vita di Maria. In questo modo, Essa ci indica il motivo profondo del vivere: nessuno vive per se stesso, né muore per se stesso, ma abbiamo la vita per offrirla nell’amore. E non c’è amore più grande che far amare questo Bambino che è l’origine e la salvezza di tutto e di tutti. Contemplando la divina maternità di Maria, la Chiesa riscopre che anche oggi Gesù deve essere generato nel mondo.

La maternità di Maria continua nella maternità della Chiesa, chiamata a generare figli che siano ad immagine e somiglianza del Figlio di Maria, Gesù Cristo nostro Signore. Molti presumono di poter trovare Cristo da soli, al di fuori del compito generativo e materno della Chiesa. Si tratta di una illusione erronea, perché solo la Chiesa possiede i beni necessari e indispensabili, come la Parola e i sacramenti, per generarci alla vita cristiana e per farci Figli di Dio.

Il brano del Vangelo che è stato proclamato oggi ci avverte appunto che la fede non nasce dalla ricerca dell’uomo, bensì dallo stupore di un evento: "Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori". Nel Natale e nella festa della maternità di Maria, tutti siamo invitati allo stupore, alla meraviglia, per qualcosa che “occhio non aveva visto, né orecchio aveva mai udito”.

Carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa ama e venera Maria, perché sa che porla al centro dell’attenzione è la via maestra per giungere al Gesù reale, vero uomo e vero Dio. Questa santa verità è particolarmente significativa in questa Giornata dedicata dalla Chiesa alla Pace. Per l'occasione il Santo Padre Benedetto XVI ha reso pubblico un suo Messaggio dove, tra l'altro, mette in risalto il senso profondo dell'Incarnazione di Gesù e il compito generativo e materno della Chiesa.

Scrive il Papa: "Dio stesso, mediante l’incarnazione del Figlio e la redenzione da Lui operata, è entrato nella storia facendo sorgere una nuova creazione e una nuova alleanza tra Dio e l’uomo (cfr Ger 31,31-34), dandoci la possibilità di avere un cuore nuovo uno spirito nuovo (cfr Ez 36,26). Proprio per questo, la Chiesa è convinta che vi sia l’urgenza di un nuovo annuncio di Gesù Cristo, primo e principale fattore dello sviluppo integrale dei popoli e anche della pace. Gesù, infatti, è la nostra pace, la nostra giustizia, la nostra riconciliazione (cfr Ef 2,14; 2 Cor 5,18). L’operatore di pace, secondo la beatitudine di Gesù, è colui che ricerca il bene dell’altro, il bene pieno dell’anima e del corpo, oggi e domani" (n. 3).

Ringraziamo Maria, porta della redenzione dell'umanità, nuova Eva, madre della nuova creazione in Gesù Cristo. Ringraziamo Dio Padre che, nella pienezza del tempo, mandò suo Figlio, nato da donna, "perché ricevessimo l'adozione a figli" (Gal 4,5). Davvero il bambino di Betlemme è divenuto benedizione di Dio per tutti gli uomini. Ci sostenga Maria, la Madre di Dio, a porre dinanzi al Figlio suo Gesù gli eventi che accadranno nell’anno appena iniziato, implorandola a rendere pronta la Santa Madre Chiesa di Trieste a generare in ogni circostanza il Cristo, Salvatore del mondo e Principe della Pace.