Lettura
Il brano di consolazione del Secondo Isaìa annuncia il ritorno di Dio a Sion quale pastore unico del suo popolo. La lettera agli Ebrei afferma con forza che è apparsa la grazia che apporta la salvezza a tutte le genti. Anche nel nascondimento della mangiatoia, Gesù rimane sempre “luce da luce”. Egli è la gloria del Padre fattasi carne. Il Vangelo ci presenta questo Dio che, venendo nel mondo, è subito segno di contraddizione. Il mondo odierno si lamenta dell’assenza di Dio; il Natale attesta che è l’uomo il grande assente, non Dio. Natale ridisegna il volto di Dio e anche il volto dell’uomo.
Meditazione
«Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Non c’è modo migliore di questa frase lapidaria dell’apostolo Giovanni per esprimere la verità del mistero del Dio fatto uomo. Natale è il mistero della prossimità di Dio. Dal giorno della sua nascita a Betlemme, noi scopriamo in Gesù Cristo un Dio che sposa la nostra condizione umana, un Dio vicino, accessibile, presso il quale i più piccoli e i più poveri trovano un’accoglienza privilegiata. Celebrare il Natale in verità significa lasciarsi abitare da Gesù Cristo, perché Natale è la rivelazione di un mondo abitato dall’Amore. Già sant’Ireneo lo esprimeva con parole mirabili: «Dio s’è fatto uomo per abituare l’uomo a ricevere Dio e per abituare Dio ad abitare nell’uomo». Gesù nascendo come vero uomo non ha mai cessato di essere vero Dio, e in Lui ha così inizio la nuova creatura che anche noi dobbiamo realizzare. Lasciandoci abitare da Gesù Cristo si realizzano in noi le parole di Giovanni: «A quanti lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12). È un Dio innamorato dell’uomo a tal punto che annienta la sua divinità, si nasconde nella carne di un bimbo. Non viene a giudicare e condannare, porta e offre perdono, riconciliazione: pacificazione all’uomo disgregato, pacificazione all’umanità dispersa. Il Signore viene anche per me. Allora non sono più disperato, abbandonato, insignificante. Ha stima anche di me. Egli mi ama e mi stima perché sa che ho bisogno soprattutto di essere amato, salvato. C’è posto per Gesù e la sua luce nella mia vita? La nascita nella povertà, nell’umiltà e fragilità di Betlemme scardina le nostre attese? Gesù è nato per portare gioia e pace. Quanto caratterizzano la mia vita questi doni? Sono portatore di gioia e di pace per gli altri?
Preghiera
«O Piccolo Bambino! Altra gioia non voglio che farti sorridere. Imprimi in me le tue grazie e le tue virtù infantili, affinché nel giorno della mia nascita al Cielo, gli angeli e i santi le riconoscono nella tua piccola sposa» (S. Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, Preghiera n. 14).
Agire
Desidero vivere questa frase di don Tonino Bello: «Il Natale vi porti la pace interiore e un desiderio incontenibile di diventare più umani”.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it