di Luca Marcolivio
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 20 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Approvato lo scorso 22 febbraio, è stato presentato stamattina alla stampa, il nuovo Regolamento della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.
Come ha spiegato il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, si tratta di un ulteriore passo avanti nel cammino verso la trasparenza degli organismi della Santa Sede, che ha visto in Moneyval un altro fondamentale capitolo.
La conferenza stampa di oggi fa seguito al convegno a porte chiuse di due giorni fa, nella Sala Vecchia del Sinodo, in cui il Regolamento è stato presentato ai capi di dicastero vaticani, alla presenza del cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
“Con questo Regolamento – ha spiegato ai giornalisti il cardinale Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede – si vuole ridare alla Prefettura la sua piena valenza originaria”, così come scaturì al momento della sua istituzione, all’indomani del Concilio Vaticano II (1967).
Se infatti, in precedenza,la Prefettura aveva pertinenza solo per quanto riguarda il controllo e la vigilanza sui bilanci, oggi l’organo pontificio ha competenza anche sulla programmazione economica e sulla proposizione dei principali parametri macro-economici di riferimento (cfr. art. 2 Regolamento).
In un certo sensola Prefettura raggruppa in sé le funzioni che, nell’ordinamento italiano sono esercitate distintamente dalla Corte dei Conti e dal Ministero del Bilancio, ha osservato il cardinale Versaldi.
Il porporato ha inoltre sottolineato il superamento del principio della pura fiducia nei soggetti preposti, e la maggiore enfasi posta sullo scrupoloso rispetto dei regolamenti. Difatti questi ultimi sono fondamentali per vincere la “tentazione di una fiducia basata solo sulle persone, trascurando che sono necessari dei procedimenti”.
Il rinnovamento strutturale e funzionale della Prefettura degli Affari Economici, risponde inoltre ad una esigenza di “accertare la verità”, che richiede un “processo lento e graduale”, ricorrendo, quando necessario, ad una evangelica “correzione fraterna”.
Non si tratta, ha spiegato Versaldi, di una mancanza di fiducia nelle persone, ma di una coerenza con il fatto che “uno dei dogmi della Chiesa cattolica è il peccato originale. Quindi, anche l’uomo più buono può essere tentato e c’è bisogno di organismi di controllo senza mancare alla carità, ma per favorire la giustizia nella verità”.
Quest’opera di programmazione e di riforma è finalizzata a “sostenere l’azione spirituale della Chiesa e la sua credibilità, attraverso l’uniformazione ai criteri internazionali”, ha aggiunto Versaldi. Il tutto anche per rispondere nel migliore dei modi ai fedeli che effettuano donazioni a favore della Santa Sede.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, il porporato ha posto in evidenza la necessità di “tagliare i costi” della Santa Sede (il cui consuntivo di bilancio 2011 è in passivo e si prevede un 2012 altrettanto in rosso), poiché in un momento di crisi, in cui non si prevedono grandi aumenti di ricavi, “gli sprechi non possono essere più tollerati”, sebbene talora possano scaturire da “motivi di generosità”.
I tagli alle spese, tuttavia – come ha sottolineato il segretario della Prefettura degli Affari Economici, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda - saranno compiuti in maniera oculata in modo da “garantire le pensioni ai lavoratori” dipendenti della Santa Sede e alle loro famiglie. Una novità consisterà nella presentazione di bilanci separati per le attività pastorali e per quelle caritative.
L’auspicio generale è dunque che possa scaturire la miglior collaborazione possibile di tutte le amministrazioni vaticane con la Prefettura degli Affari Economici, che si pone come organismo amministrativo super partes.