Chi pagherà per lo scandalo Libor? Le famiglie inglesi

Lo scandalo degli aggiustamenti del tasso Libor potrà avere ricadute sul risparmio delle famiglie britanniche, già truffate dalla manipolazione

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di Carmine Tabarro,
Comunita’ Cattolica Shalom

ROMA, giovedì, 5 luglio 2012 (ZENIT.org) – “La carità nella verità pone l’uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono. La gratuità è presente nella sua vita in molteplici forme, spesso non riconosciute a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell’esistenza”.

Lo scandalo Libor è costato alla Barclays Bank una sanzione da 290 milioni di sterline (450 milioni di dollari, 360 miloni di euro). Una maxi-sanzione che tuttavia dà la sensazione di essere un ammontare inferiore ai danni causati dalla manipolazione degli indici Libor – il corrispondente inglese degli Euribor – visto che globalmente sono agganciati agli indici Libor oltre 300mila miliardi di dollari in contratti derivati.

La grandezza dei numeri lascia supporre, con grande probabilità, che le  sanzioni colpiranno anche altre banche tra le 18 che concorrono alla formazione dei Libor, espressi in 10 valute e in 15 scadenze, da un giorno a 12 mesi.

Oltre alle sanzioni bancarie, chi pagherà per questo scandalo che, ancora una volta, indica quanto sia urgente riformare la finanza globale? Uno scandalo, ricordiamo, che ha generato sino ad oggi contratti derivati pari a 640mila miliardi di dollari – 14 volte il Pil del pianeta – con delle regole che impediscono che un oligopolio di banchieri e speculatori apolidi governi la finanza, influenzi i mercati finanziari e direzioni inevitabilmente le sorti dell’economia reale e quindi delle famiglie.

Sicuramente lo scandalo Libor avrà notevoli ricadute sulle famiglie inglesi, molti dei quali potrebbero essere stati truffati dalla manipolazione dei Libor; ma in misura altrettanto importante, potrebbe colpire il risparmio delle famiglie che detengono quote di titoli bancari, sui quali, secondo gli esperti, “non tira buona aria adesso”.

In particolare, a parere di Michael Hewson, senior market analyst di Cmc Markets: “Nonostante molti commentatori ricomincino a dire che è giunta l’ora di rientrare sui titoli bancari, riteniamo che ciò non sia consigliabile sia dal punto di vista dell’analisi tecnica che di quella fondamentale. Il settore bancario in Inghilterra attualmente ha un valore di mercato quattro volte inferiore ai prezzi del 2007 e quasi la metà rispetto al 2010, essendo ormai da 24 mesi sotto pressione a causa dei problemi del debito pubblico. Di qui la sua esposizione a potenziali insolvenze: si calcola, infatti, che a fine 2011 l’esposizione dell’intero comparto bancario inglese nei confronti di Spagna e Italia fosse di 90 miliardi di sterline”.

Lo scandalo sull’aggiustamento del tasso Libor non farà che aumentare le richieste di una maggiore sorveglianza dell’industria finanziaria (come è già successo nel 2008) e ogni volta che viene scoperta una nuova truffa sistemica, endogena, questa peserà ulteriormente sui bilanci delle singole banche e sulla loro capacità di fare utili.

Considerando altresì che le banche nazionalizzate come RBS e Lloyds saranno probabilmente chiamate a versare sanzioni pecuniarie a seguito dei comportamenti sul Libor, saranno le famiglie britanniche a trovarsi nella paradossale situazione di dover anche pagare le multe dopo essere stati truffati.

Per questo riteniamo che l’intero settore bancario rimanga altamente rischioso. È urgente, come afferma Benedetto XVI, “un governo mondiale della finanza che dia vita a regole più stringenti e trasparenti”.

Chiudiamo questa riflessione citando ancora le parole del Santo Padre: “L’essere umano è fatto per il dono, che ne esprime ed attua la dimensione di trascendenza. Talvolta l’uomo moderno è erroneamente convinto di essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società. È questa una presunzione, conseguente alla chiusura egoistica in se stessi, che discende dal peccato delle origini. La sapienza della Chiesa ha sempre proposto di tenere presente il peccato originale anche nell’interpretazione dei fatti sociali e nella costruzione della società”.

Aggiunge il Papa: “Ignorare che l’uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell’educazione, della politica, dell’azione sociale e dei costumi. All’elenco dei campi in cui si manifestano gli effetti perniciosi del peccato, si è aggiunto ormai da molto tempo anche quello dell’economia. Ne abbiamo una prova evidente anche in questi periodi. La convinzione di essere autosufficiente e di riuscire a eliminare il male presente nella storia solo con la propria azione, ha indotto l’uomo a far coincidere la felicità e la salvezza con forme immanenti di benessere materiale e di azione sociale”.

“La convinzione – conclude il Pontefice – della esigenza di autonomia dell’economia, che non deve accettare “influenze” di carattere morale, ha spinto l’uomo ad abusare dello strumento economico in modo persino distruttivo. A lungo andare, queste convinzioni hanno portato a sistemi economici, sociali e politici che hanno conculcato la libertà della persona e dei corpi sociali e che, proprio per questo, non sono stati in grado di assicurare la giustizia che promettevano”.

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ZENIT Staff

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