Lettura
Nel brano del Deuteronomio, che apre questa liturgia della Parola, si esprime la pedagogia di Dio: Egli vuole che quello che è iniziato maturi, vuole che l’inizio di novità che è accaduto nel cuore di coloro che credono trovi una strada adeguata di realizzazione e si compia effettivamente. Occorre dunque che colui che crede pratichi la legge e le norme.
Meditazione
Nel linguaggio del Deuteronomio le leggi e le norme hanno una radice che è la presenza di Dio. Praticare le regole e le leggi, perciò, non vuol dire affermare presuntuosamente una propria capacità di bene semplicemente osservando tali leggi, ma camminare nella presenza di Cristo e non abbandonare mai la sua presenza. Anche l’esperienza del limite, della dimenticanza e dell’errore, possono permettere di ritornare ad affermare la presenza di Cristo che è più forte di ogni male. Così, secondo un’intuizione acutissima del canto al Vangelo, ogni momento diventa il momento favorevole: ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza. Qual è il momento favorevole, qual è il momento della salvezza? Nella varietà delle circostanze della vita, ogni momento ci porta dentro il mistero di Cristo, ogni momento ci chiede di riconoscerlo e di seguirlo, in modo che la pienezza della sua umanità ci venga partecipata. Questa pienezza del riconoscimento del Signore nella nostra vita è la pienezza della legge e spalanca ancora una volta la carità come grande elemento di verifica della fede. Dovremmo non amare il prossimo e odiare il nemico, secondo una logica umana verificata nella storia delle civiltà e che in fondo costituisce la radice di quella che viene normalmente chiamata la giustizia? No, affatto. Amare i nemici e pregare per quelli che ci perseguitano, perché solo così si diventa figli del Padre che è nei cieli. Questa filiazione nostra del Padre che è nei cieli si esprime in novità umana e diventa nel mondo il segno più grande della presenza di Dio. Noi siamo destinati ad essere il segno vivo della presenza di Dio nel mondo, attraverso le nostre opere buone, cioè attraverso la nostra umanità nuova secondo l’intuizione della liturgia della Chiesa, che riprende un’indicazione di san Paolo: «Perché rendiate nota la salvezza di Dio agli uomini attraverso la bontà della vostra testimonianza».
Preghiera
Dio onnipotente, tu sarai Padre per noi se ascolteremo la tua voce, osserveremo i tuoi comandi e ti seguiremo. Donaci di ascoltare, osservare e seguire la Parola e la vita di Gesù in cui tutto è ricapitolato definitivamente. Fa’ che possiamo renderti gloria davanti agli uomini «attraverso la bontà della nostra testimonianza». Amen.
Agire
Mantengo viva nel cuore la coscienza di essere peccatore. Rinnovo così, in modo adeguato e positivo, l’esperienza del sacramento della riconciliazione.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it