Lettura

Il brano del Levitico apre questa Liturgia della Parola introducendo il tema della santità. La santità di Dio, la pienezza della verità nella vita di Dio, tende a comunicarsi e a diffondere il suo bene sull’umanità, ma pretende da essa la stessa generosità e carità verso i fratelli. 

Meditazione

«Siate santi perché io, il Signore vostro Dio, sono Santo». Il tema della santità di Dio per sua natura si muta, o si converte, in questo grande invito. Vivere in noi, nella quotidianità della nostra esistenza, la santità di Dio. Anche per l’Antico Testamento, che rappresenta una fase iniziale, aurorale, non senza tensioni e contraddizioni, il compito della vita è la santità, è vivere la santità di Dio. Ma la santità di Dio si documenta in questa capacità di affezione all’uomo, di giustizia, di verità e di carità, nella quale si misura la santità di Dio nell’uomo. Non covare odio contro il fratello, ma rimproverare il fratello perché si corregga; non vendicarsi e non serbare rancore, ma amare il prossimo come se stessi. La santità di Dio non è presente nel cuore dell’uomo perché l’uomo astrattamente la adori, correndo tra l’altro il rischio di adorare molte volte un’immagine umana di Dio. La santità di Dio si radica nella vita dell’uomo e diventa esperienza attraverso la carità, ed è sulla carità che Cristo giudicherà l’ultimo giorno. Il brano del Vangelo di Matteo, capitolo 25, ripropone in modo radicale, fortemente drammatico fin quasi alla tragedia, questa grande alternativa. Il Signore ritiene giusti coloro che lo hanno servito, amato, nel bisogno degli ultimi e dei poveri, nella povertà assunta come fattore fondamentale di condivisione. Maledetti, cioè condannati, sono coloro che avendo chiuso il cuore alla condivisione dei propri fratelli, hanno così contemporaneamente negato Dio. La negazione di Dio, la più diffusa e la più scandalosamente quotidiana, secondo il Vangelo, non è la negazione formale dell’esistenza di Dio, ma una vita senza carità, perché la vita senza carità è la vita di chi mette al centro della propria esistenza se stesso e non il mistero di Cristo. 

Preghiera

Signore Gesù, presente e vivo nella tua Chiesa per perpetuare la tua Presenza in mezzo a tutti gli uomini, fa’ che le nostre parole siano sempre le tue, che i nostri gesti siano i tuoi gesti, che la nostra vita sia fedele riflesso della tua vita. 

Agire

Oggi cercherò di compiere un generoso e “vitale” atto di carità, per imitare Gesù che, per amore verso di me e per testimoniare la santità di Dio, ha donato la sua vita per la mia salvezza.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it