Anselmo trovò lavoro nel giardino del più ricco signore del paese. Gustava i “complimenti” degli amici per la fortuna che gli era toccata.
Pane e alloggio assicurati a una sola condizione: annaffiare nell’orto, ogni giorno, più volte al giorno, un giglio di plastica. Anselmo annaffiava abbondantemente quel fiore apparente.
Ma arrivarono amici e conoscenti a deriderlo e a dissuaderlo dal fare una cosa tanto sciocca. Tanto fecero che nacque in lui la curiosità di sapere quale destinazione avesse quell’acqua che gli sembrava sperperata. Era chiaro che quello stecco non potesse mai fiorire.
Il padrone lo rassicurò: “L’acqua gettata ai piedi di quella pianta secca non è sperperata; presto vedrai che tutto il lavoro non è stato vano. Non temere! Continua, persevera…getta più acqua che puoi”.
Con rinnovata fiducia riprese ad innaffiare con tutte le sue forze finché, alla fine della vita, vide ciò che sembrava insperabile: mentre quella plastica cominciava a fiorire, il suo padrone lo portò a contemplare i giardini immensi fioriti grazie a quella abbondante irrigazione. Ora sta benedicendo quella plastica innaffiata con generosità e amore senza calcoli.
Spesso nella vita ti sembra di perder tempo nell’amare persone dappoco, che non solo non ti dicono un grazie, ma osteggiano addirittura la tua premura per loro.
Ama!… e un giorno capirai il perché; innaffia sempre e comunque ogni giglio, ogni fratello e vedrai che dove passa l’Amore fiorisce il deserto.
Ciao da p. Andrea
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