Perché il governo non prende le distanze dall'ideologia del gender?

Rispondendo ad una interpellanza, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sesa Amici, sostiene che la diffusione di opuscoli nelle scuole fa parte di una strategia

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“Le iniziative portate avanti dall’Unar non hanno nulla a che fare con l’eliminazione delle discriminazioni a sfondo sessuale, ma intendono rieducare l’Italia per farle accettare l’ideologia del gender”.

Lo ha detto il 14 marzo l’onorevole Gian Luigi Gigli, che insieme a Lorenzo Dellai, Paola Binetti, Mario Sberna, del gruppo “Popolari per l’Italia”, Vanna Iori e Edoardo Patriarca, del Partito Democratico, aveva presentato un’interpellanza urgente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in merito alla produzione e diffusione nelle scuole di opuscoli in cui si promuoveva l’ideologia e i modi di vivere di lesbiche, gay, bisessuali e trans (lgbt).

Nella seduta n.187 di martedì 11 marzo, i firmatari dell’interpellanza avevano chiesto alla Presidenza del Consiglio se “non ritenga opportuno sostituire urgentemente il direttore dell’UNAR” e se “non intenda risolvere immediatamente il contratto con l’istituto Beck, in essere dal 2012 per evidente uso a fini ideologici del rapporto con la pubblica amministrazione”

“È particolarmente preoccupante che questa linea – ha sottolineato Gigli – sia stata confermata per bocca del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sesa Amici, come parte di una ‘strategia del Governo’”.

“Nessuno vuole discriminare gli orientamenti sessuali dei cittadini, – ha spiegato Gigli – ma qui in atto una discriminazione inversa, cioè nei confronti di chi pensa che la famiglia possa essere solo quella composta da una mamma e da un papà”.

Nell’interpellanza urgente si rilevava che, invece di proporre il superamento della discriminazione, gli opuscoli finanziati, stampati e diffusi nelle scuole intendono nell’insegnare a tutti gli alunni, dalle elementari alle superiori, che “la famiglia padre-madre-figli è solo uno ‘stereotipo da pubblicità’, che i due generi maschio e femmina sono un’astrazione, che leggere romanzi in cui i protagonisti sono eterosessuali è una violenza, che la religiosità è un disvalore, arrivando al ridicolo di censurare le favole in quanto appiattite sulla presentazione di solo due sessi e non già di sei generi o a proporre problemi di matematica che partono da situazioni in cui operano nuovi modelli di famiglie omosessuali”.

“Preoccupante anche – ha sottolineato l’onorevole Gigli – che il Sottosegretario Amici abbia rimandato alla valutazione degli organi competenti ogni provvedimento contro il funzionario dell’Unar che, scavalcando gli stessi responsabili politici e istituzionali, sta promuovendo nella scuola l’ideologia delle associazioni Lgbt”.

L’esponente dei Popolari per l’Italia ha concluso affermando: “Non è possibile che, a partire dalle elementari, venga attuato nella scuola di Stato un autentico lavaggio del cervello di studenti e insegnanti, in contrasto con il modello educativo voluto dai genitori. La responsabilità educativa primaria appartiene alle famiglie anche nella scuola di Stato. Se questa è la strategia del Governo, sui temi dell’educazione non sarà possibile alcun sostegno alla sua azione”.

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ZENIT Staff

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